22 Ottobre 2023
Officina della Sperimentazione
Ri|Creazioni
Studio per un tragico futuro
Uno studio Addari/D’Antonio
Testo originale, regia e interpretazione di Clara Addari e Edoardo D’Antonio
Vincitore del bando BE/Sabotage BE/Revolution 2022 e
del Festival dell’Arte Spaccata 2023
Domenica 22 ottobre 2023, ore 18:00
Futuro non è semplicemente quello che accadrà domani o dopodomani, ma è un concetto che si carica ogni volta di aspettative e di significati differenti. Prima non era altro che la dimensione temporale di una promessa messianica, il luogo in cui si sarebbe realizzata la nostra ideologia; era lui il detentore del nostro successo. Mentre oggi, cos’è il futuro? Come fronteggiare questo cambiamento, questa “s-promessa” nel futuro, che ci porta a ricercare una gioia momentanea, o ad accontentarci di evitare l’infelicità, invece che cercare la felicità?
Se da una parte abbiamo abbandonato qualsiasi aspettativa nel nostro futuro, dall’altra siamo schiacciati dal desiderio di performare ora, subito, oggi. Una performance senza progettazione, che non vuole nulla nel futuro, vuole sé stessa. Se il futuro è diventato buio, noi vogliamo comunque essere i più abili a camminarci in questo buio. Vogliamo brillare nonostante esso. Scambiavamo il nostro tempo (valuta principale) per una scalata verso il successo che davamo per scontata o che sentivamo nostra di diritto. Invece, non siamo mai in tempo. Ma ora, a noi, non ce ne importa più di questo. Da qui nasce Ri|Creazioni – studio per un tragico avvenire.
Arrivato al 1996, il mondo si è stufato e le sue nuove creazioni nascono per semplice inerzia. Però nascono relazionandosi con il passato, il suo lascito e come ci viene insegnato e educato a noi, nel presente, a guardare il futuro. Le epoche dei nostri genitori e dei nostri nonni le immaginiamo con un alone di meraviglia e mistero, di angoscia e terrore, intravedendo, in questa nebbia ignota e irraggiungibile, sguardi di personalità forti e pronte a tutto. Ma cosa ci è stato offerto a noi?
Ri|Creazioni ci presenta un corpo senza voce e una voce che cerca di imprimersi su tutti i corpi. Prima del tempo, prima del primo secondo che dà inizio alla vita, ci troviamo qui, dove il nostro corpo viene compresso e plasmato. In questo qui in cui ancora non siamo, in cui il corpo ancora non è persona. È il tempo storico che ci precede, che come un padre, ci crea e come argilla, bagnandoci, ci dà forma.