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SPACC'ARTISTA

Massimo Sconci

Specchio specchio delle mie brame, il teatro serve per dialogare 

Con Massimo Sconci esploriamo in modo soggettivo il mestiere dell’attore. Vive a Roma, ma torna spesso a L’Aquila, dove è nato. Ama il teatro e crede che, come ogni altra forma d’arte, sia uno specchio della società.

Si impegna per portare davanti al pubblico un teatro di parola. Gian Maria Volonté è l’attore che definisce come maestro iconico e modello personale.

Come descriveresti il teatro? 

Ho sempre visto il teatro come un mezzo di comunicazione. Credo che possa essere inteso come luogo di scambio a livello empatico. Grazie ad esso si possono instaurare dialoghi lavorando a livello emotivo e narrativo.

Il teatro oggi è necessario per se stesso e per le proprie sperimentazioni contemporanee. Credo che il pubblico sia l’elemento imprescindibile per essere efficaci. 

Senza testimoni oculari il teatro viene meno, il palcoscenico si svuota di senso. Qui troviamo il suo essere allo stesso tempo espressione artistica e mezzo di comunicazione per raccontare la società in cui viviamo. 

Il periodo pandemico ci ha insegnato il valore delle persone in sala. Senza un pubblico e porte aperte il teatro stesso perisce. 

Come ti piace intendere il mestiere dell’attore? 

Questi ultimi anni di ripresa del settore culturale, ci hanno insegnato anche che la qualità vince sulla quantità. Come nella comunicazione, non importa quante parole si mettono insieme, è fondamentale trovare quelle giuste. Dunque, credo che essere attore sia un mestiere complesso, ma necessario per veicolare una forma di dialogo efficace. 

L’Aquila Nuova1 è il titolo della drammaturgia che hai scritto, diretto e portato in giro per l’Italia. Parla della tua città sotto le macerie, parla di distruzione e ricostruzione.
Perché hai deciso di affrontare un tema tanto sofferto? Quale è il messaggio che volevi comunicare?

Mi sentivo in diritto di farlo essendo Aquilano. Credevo fosse necessario portare sul palco un punto di vista soggettivo.

Ho scelto di prendermi la responsabilità di raccontare con tono satirico e ironico quello che per molti è rimasto un fatto di cronaca sui giornali. La prima intenzione era riflettere con i miei concittadini, volevo raccontare la memoria condivisa di un fallimento urbanistico, politico e sociale. Credo che dopo più di dieci anni dal terremoto del 2008 abbiamo ancora bisogno di una città nuova. 

“L’Aquila Nuova” ha bisogno di nuovi Aquilani, prima di tutto. La faticosa ricostruzione è stata fondamentale per riprendere in mano la quotidianità. Ma è necessario riconoscere che non sono gli edifici a fare le persone. 

L’Aquila ha bisogno di nuova linfa, di persone nuove. L’Aquila che vorrei vedere è abitata da cittadini che si sono scrollati il passato di dosso.

Il teatro di parola per raccontare il mondo. Con lo spettacolo dal titolo “I Buchi Bianchi2 hai utilizzato lo stesso tono satirico e scenografia scarna.
Hai deciso di raccontare una realtà che non ti appartiene:
La guerra in Siria. Perché?

Si, è vero il conflitto siriano non mi appartiene, ma non lo ho mai visto come una realtà troppo lontana da me. 

Mi interessa ed è per questo che ho voluto studiare ed approfondire le sue dinamiche di distruzione e ricostruzione. In qualche modo, queste due parole contrapposte legano sotto un medesimo denominatore due continenti. Oriente ed Occidente che trovano terreno comune in due drammaturgie che ho scritto e diretto.

Ritroviamo lo stesso tono ironico, ma con un’intenzione alla base diversa. Non sono siriano, dunque è una realtà che non ho vissuto in prima persona. Sentivo la necessità di portare il tema fuori dalla cronaca giornalistica. Sentivo il bisogno di metabolizzare le narrazioni in prima persona che avevo ascoltato attraverso il lavoro di divulgazione ed informazione delle associazioni culturali che frequento, tra cui l’associazione culturale Ararat3.

Anche per questa drammaturgia ho scelto di parlarne in modo soggettivo, ma non dal mio punto di vista. Assumo il ruolo di narratore, che attraverso la parola ripercorre la storia di Ahmir, un ragazzo tenace dal volto segnato che non si abbandona, tenta ogni giorno di ricostruire la sua vita da sotto le macerie della guerra. Ahmir continua a guardare il mondo con occhi nuovi, nonostante tutto. 

Trovo solo una differenza tra le macerie aquilane e quelle siriane: le prime sono causate da un evento naturale catastrofico; per le seconde invece, è l’uomo stesso a distruggere. 

Quale è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso il tuo lavoro? 

Credo che il mestiere dell’attore sia una professione responsabile. L’attore deve essere consapevole dello spazio scenico come deve praticare la consapevolezza nel mondo che lo circonda. Non si può ridurre al concetto di maschera, dell’interpretazione di un ruolo, qualunque esso sia. 

Dunque, che messaggio voglio trasmettere? Consapevolezza e responsabilità. Ho scelto questo mestiere perché attraverso di esso mi sento concretamente immerso nella realtà presente ed attuale. 

Crediti fotografici articolo:
Ritratto fotografico per la copertina: 

Angelo Difazio

Referenze e link: 
 
L’Aquila Nuova, Dieci anni dopo“, Muspac, 29 marzo 2019 

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CineSpacco Festival

CineSpacco Festival

SETTEMBRE 2022 _ EX MERCATO DI TORRE SPACCATA 

Open Call 

L’Associazione Culturale Calpurnia, sotto la direzione (poco) artistica di Silvio Leonardo “Tiki” e la ultravisione di Macedonia Teatro, apre una CALL per giovani aristə esordienti del settore cinematografico, che abbiano voglia di mostrare e condividere un loro cortometraggio in un’occasione (assolutamente informale ma organizzata con estremo amore) di festa e di condivisione! 

CINESPACCO FESTIVAL 

Direzione artistica
Silvio Leonardo “Tiki” 

MACEDONIA TEATRO 

Mary Scicolone 327.019.0649 
Ilaria Bisozzi 347.327.2574 

organizzazione@macedoniateatro.it 

EX MERCATO TORRESPACCATA 
Via Filippo Tacconi, 11 – 00169 Roma

Presidente Associazione Culturale Calpurnia 
Marco Marinelli 

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Giulia Carrara

Lettera alla me adolescente

Appassionata del teatro e della scrittura, Giulia Carrara crede nell’arte come via per esternare parti sconosciute di sé al fine di riconoscerle come proprie.

Questa settimana la rubrica Spacc’Artista tocca corde nuove che dal mondo dell’arte riconducono all’alveo delle storie personali; sondiamo terreni intimi, personali con la delicatezza del raggio di sole di una mattina d’inverno. 
Fare l’attore vuol dire portarsi dentro maschere e ruoli interpretati, ma in questo caso non ne avremo bisogno.

Abbiamo incontrato Giulia Carrara, giovane attrice diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, Cassiopea. 
Grazie a Giulia possiamo affrontare con uno sguardo personale tematiche tanto complesse quanto soggettive: l’adolescenza, l’amore per sé stessi, l’accettazione della propria persona ed il rispetto di sé. 
Macrotemi intricati che possono essere ricondotti a quel periodo adolescenziale di sviluppo e trasformazioni difficili da decifrare. D’altronde ciascuno ha avuto la propria adolescenza e vi è un’unica certezza per tutti: nessuno ne esce indenne. 

Giulia Carrara oltre ad essere un’attrice di teatro posa come modella per shooting fotografici. Sperimenta, scrive e riflette. Le abbiamo chiesto di scrivere una lettera alla ragazza adolescente che era. Quello che ha scritto ci ha commosso. 

Senza ulteriori indugi vi permettiamo di leggere quelle parole scelte con cura, gentilezza e amore. 
Crediamo che tutti abbiano bisogno di accarezzare quelle parti di sé appartenenti ad anni passati. Crediamo nel potere delle parole.
Buona Lettura.

Lettera alla me adolescente

CARA ME, TI SCRIVO RICORDARTI CHE SEI FORTE E GENTILE.

Ciao Giù! Come stai? Matematica sempre 4?!
Daje.

Non sono qui per darti buone o cattive notizie.
Sono qui semplicemente perché ho bisogno di dirti che andrà tutto bene… dopo un po’.
Non subito. Ci metterai anni a capire che va davvero tutto bene.

Ci metterai anni a lasciare andare e ci saranno dei momenti in cui mollare ti sembrerà l’unica via d’uscita.
Ti sembrerà di essere già arrivata al capolinea: vai oltre. Sfondalo. Puoi. Se sono qui ora è perché significa che ad un certo punto lo hai fatto.
Grazie.
Grazie per averci salvato.
Potevi solo tu. 

So che ti sei sempre accettata, anche quando la salute ha deciso di disegnare sul tuo corpo delle cicatrici che sono ancora qui.
So che hai passato dei momenti bui chiusa nel bagno al piano terra della vecchia casa in campagna.
Io ricordo tutto.
So quanto tu ti ritenga incapace di essere “normale”, una adolescente qualsiasi, con un volto qualsiasi e un corpo qualsiasi, so che i tuoi vestiti stravaganti sono la tua maschera preferita: il megafono perfetto per urlare al mondo quanto tu sia arrabbiata.
Lo so che sei arrabbiata, vuoi delle news? Lo sarai ancora, sempre di più e sarai così arrabbiata da trasformare la rabbia in fame verso il mondo, verso l’arte, verso le persone.
Ti sei sempre battuta per te stessa come hai meglio creduto e quello che sono ora è il risultato della tua instancabile rabbia verso le ingiustizie sociali e verso la stereotipizzazione delle persone.
Ti dico chi sei ora:
Sei diventata un’attrice (a proposito mi raccomando fai il laboratorio teatrale della scuola, è da lì che partirà tutto!).
Sei diventata una fotomodella.
Lo so, non ci credi perché tu odi le foto e detesti sorridere. 

So che hai eliminato ogni foto dei tuoi 16 anni.
E soprattutto non ci credi perché non credi abbastanza in te stessa.
Perché pensi di non essere abbastanza per svelarti al mondo per quello che sei ed invece il mondo non aspetta altro che te.
Il mondo ha bisogno di storie e tu, ancora non lo sai, ma tra qualche anno ne avrai da raccontare.
E troverai le tue persone.
Le troverai dopo molti anni, non lo nego, ma le troverai e accoglieranno il tuo dolore, la tua rabbia, la tua stanchezza e le trasformeranno in felicità.
Ci sarà un momento in cui riderai moltissimo.
Ma proprio tanto.
Tornare a guardare le stelle avrà nuovamente un senso.
E ti piacerà sorridere.
Ti riprenderai tutto quello che pensavi di aver perso.
Tutto quello che pensavi di non aver avuto.
Non hai bisogno di cambiare.
Non devi aspettare che principi o principesse ti vengano a salvare. 
Non è una questione di bellezza.

Non cambierà il tuo volto e non cambieranno le opinioni che le persone hanno di te.
Cambieranno le tue priorità e i tuoi valori. Lì avverrà la vera rivoluzione.
Ti innamorerai di quel mestiere che pensavi non avresti mai fatto, tu che venivi presa in giro da tutti perché considerata bruttina e strana, ricordo ancora le palline di carta lanciate nei capelli e le risatine alle tue spalle. Ricordo tutto.
Non c’è un modo per dimenticare o cancellare gli eventi: devi accettarli.
Ci penserà l’arte a esorcizzarli, ci penseranno il teatro, il cinema, la fotografia, saranno loro le tue armi, i tuoi alleati con cui lenire le ferite del passato.
Fidati e affidati.
Conta su te stessa.
Amati alla follia e abbi rispetto di te stessa. 

Ti amo,
Jules ❤️️

Giulia, grazie per aver esposto te stessa e le tue esperienze. Ci vuole coraggio per sondare terreni intimi. Apprezzo il tuo modo di essere personale ma universale allo stesso tempo. 
Era questo il tuo obiettivo nella scrittura della lettera a te stessa?

Si, il messaggio che vorrei veicolare è avere sempre il coraggio di perdonarsi. Ho voluto avere parole gentili per quell’adolescente che ancora mi assomiglia. Ora voglio essere la Giulia che è cambiata e non vuole essere più cattiva con sé stessa. 

Piuttosto che regalarmi odio ho imparato ad accettarmi. E credo che tutti abbiamo bisogno di amore verso gli adolescenti che non siamo più.
Comprendo la bambina che porto dentro perché ho capito che si è trovata in situazioni difficili da gestire da sola. Eppure ce l’ha fatta. 

Perché credi che questa lettera possa essere utile per chi legge?

Non ho voluto raccontare esperienze troppo dettagliate, un po’ per proteggermi un po’ perché credo di non essere al centro del mondo. Dunque il mio obiettivo era scrivere affinché tutti potessero comprendere e comprendermi. Grazie per l’opportunità che l’Ex Mercato di Torre Spaccata mi ha dato, offrendomi carta bianca per mostrare parti di me e di ciò che sono ora. Ho cercato di sfruttarla appieno per mostrarmi trasparente.

Non avrei voluto parlare in prima persona, ma l’adolescenza è una fase turbolenta per tutti. Non vi sono tracciati da seguire, ognuno ne fa esperienza a proprie spese, dunque sarebbe stato inutile riversare parole ed esperienze specifiche di vissuto personale. 

Magari leggendo le mie parole qualcuno vi si potrà immedesimare. Anche se arrivassi ad una sola persona sarei felice. Forse è esattamente quella persona che ha bisogno di amarsi in questo momento.

Si evince dalle tue parole che la tua adolescenza non è stata un terreno facile da attraversare. Tra rabbia, incomprensioni e probabilmente atti di bullismo subiti a cui accenni in modo sfuggente. Che cosa ne hai fatto di tutto questo e che cosa resta ora?

Credo che la Giulia che riconosco oggi, abbia imparato a non vedersi come vittima di un universo meschino. 

Sono consapevole che siamo tutti vittime e carnefici di se stessi e degli altri; come chi bullizza e umilia probabilmente lo fa perché si è sentito ugualmente umiliato ed offeso in altri contesti personali. Ora mi perdono per quello che sono stata e quello che sarò, creo nuove narrazioni per me stessa. 

In particolare, l’Accademia d'Arte Drammatica mi ha insegnato ad accettarmi ed accettare l’altro per come è. La comprensione verso me stessa attraverso la recitazione ed il teatro mi ha permesso di riabbracciare quella bambina arrabbiata e strana agli occhi altrui.

Il teatro è stato per me un percorso di studio e di sperimentazione personale che ha permesso la maturazione e la reintegrazione di parti essenziali del mio carattere. Così ho anche imparato a non avere paura delle persone intorno a me, ho trovato amicizia e supporto. Mi sono sentita ascoltata, accolta dalle persone con cui ho studiato recitazione  e con le quali ancora oggi mi capita di lavorare insieme. 

Link utili e crediti fotografici: 

Giulia Carrara

Elvira Dandrea

Carmen Sorrentino

Ciro Scardamaglio

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Luigi Barbaresi, in arte Ginòb

Emozioni Metalliche: come il ferro prende forma propria

Questa settimana abbiamo fatto due chiacchiere con l’artista contemporaneo Ginòb. Eclettico, brillante, autentico e schietto nelle risposte. Un’anima pragmatica e creativa. 

Classe 1937, nasce da una famiglia di lavoratori nel quartiere romano di Casal Bertone. 
Giovanissimo parte per l’Argentina in cerca di futuro.
Inizia a lavorare come operaio nell’officina dello zio. Dopo alcuni anni di praticantato cambia città e lascia Mar del Plata per lavorare in un’industria argentina specializzata nella produzione di silos di contenimento per petrolio e benzina, si allontana dalla famiglia e dagli affetti.

Dai frammenti di una vita dedicata al lavoro nasce quel forte legame con i pezzi di ferro che caratterizzano le sue sculture. Si tratta di Ready Made realizzati con pezzi industriali di scarto. Ginòb si cimenta nel recupero di materiali industriali e pezzi di ferro.

Dopo essere tornato in Italia ha aperto un’officina a Tor Pignattara. L’officina è diventata negli anni un vero e proprio studio dove lavora con tornio e saldatrici per assemblare chiodi, lamiere, serrature. ricrea sculture zoomorfe e composizioni che parlano del mondo e della società.

L’artista ha occhio per gli incastri. Utilizza ingranaggi, viti, chiodi, lamiere per assemblare narrazioni contemporanee che parlano di società, politica, cultura e libertà espressiva.

Ha scelto l’Ex mercato di Torre Spaccata per esporre le sue opere. Abbiamo colto l’opportunità per intervistarlo. Qui potrete trovare tutto ciò che ci siamo detti.

Hai vissuto tutta la tua giovinezza in Argentina, poi hai deciso di tornare in Italia con la tua famiglia. Hai dedicato la vita al lavoro e alle tue sculture.
Cosa lasci di te a Roma? 

Allora, come dico sempre ironicamente ai miei amici, lascio a Roma la mia officina di pezzi di ferro e la scultura che mi è stata commissionata in memoria delle vittime del bombardamento del 3 marzo 1944. Si trova a Largo Antonio Beltramelli. Il giorno che non ci sarò più, se qualcuno vuole buttarlo via…

Dove si trova il tuo studio? 

Si trova a Tor Pignattara, è una ex officina. Quando ci sono è sempre aperta perché senza il mio lavoro sarei morto. Lì colleziono e raccolgo pezzi di ferro, viti, punte di trapano, chiavi e serrature. 

Sono molto legato al ferro, ci ho lavorato per una vita intera. Accumulo materiali industriali grezzi e metallici, ma non è una raccolta senza scopo.
Ogni pezzo che tengo in officina è parte di una scultura che ho già in mente.

Quando hai capito che dovevi essere artista, quando hai iniziato a lavorare alle tue sculture metalliche? 

Da sempre. Ho sempre lavorato con il ferro e quando vedo chiodi, viti e bulloni mi vengono “Lampi di idee” come diceva un amico pittore. 

Per questo la seconda mostra che feci nella mia vita si intitola “Lampi”.

Invece, la prima mostra a cui partecipai a Roma si intitolava “Avanzi”.

Perché avanzi? Perché mio padre quando vide i miei avanzi, tra parentesi cacca, disse a mia madre: «questo diventerà un artista da grande.» 

Questo vorrei che fosse anche  l’incipit della mia biografia, se mai a qualcuno venisse in mente di scriverne una. 

Quali sono i ricordi che appartengono all’Argentina?

Sono emigrato quando avevo 17 anni. Non ero ancora maggiorenne, i parenti che già erano partiti mi stavano aspettando. Sono arrivato a Gennaio. E sono finite le mie vacanze. Ho lavorato nell’officina di mio zio, poi decisi di seguire un mio amico per entrare a lavorare in un’industria che produceva silos per i carichi di benzina e petrolio. Ho conosciuto tanti italiani come me in cerca di futuro. 

Ho sempre lavorato. Poi sapevo cantare, dunque entrai a far parte delle orchestre nei night argentini come cantante. Ho collezionato esperienze e ricordi. Ora colleziono pezzi di ferro e sculture.

Perché hai scelto come nome d’arte Ginòb? 

Quando cantavo in Argentina mi facevo chiamare Gino Villy. Per le mie opere, invece, sapevo che avrei dovuto trovare un nome sintetico che mi permettesse di firmare le sculture velocemente. Dunque ho usato il diminutivo vezzeggiativo di Luigino, lo ho tagliato ed è diventato Gino. Poi, ho solo aggiunto la B di Barbaresi. Dunque, ora mi faccio chiamare Ginòb. Semplice e pratico. Non suona bene? 

Ho sempre lavorato. Poi sapevo cantare, dunque entrai a far parte delle orchestre nei night argentini come cantante. Ho collezionato esperienze e ricordi. Ora colleziono pezzi di ferro e sculture.

Quali sono i materiali che preferisci utilizzare nelle tue sculture? Quali si adattano meglio alle tue idee? 

I chiodi, ma perché ce ne ho un milione. Di forme e misure diverse, ne ho talmente tanti in studio di lunghezze e spessori diversi. Si adattano bene ai disegni preparatori che faccio per dare una forma riconoscibile alle mie opere.

L’opera dal titolo “Battiti Ok” è interamente fatta con chiodi di diverse misure assemblati insieme per formare il tracciato dell’elettrocardiogramma. 

Il ferro mi fa sempre battere il cuore.

La mostra personale presso l’Ex Mercato di Torre Spaccata ha come titolo “Emozioni Metalliche“.

Credo nelle mille possibilità dei frammenti metallici per dar vita ad idee che parlano con un linguaggio contemporaneo. Credo nella libertà espressiva attraverso pezzi metallici. 

Referenze e link:  

Ginòb

L’Ex Mercato di Torre Spaccata ospita in mostra permanente le sculture che sono state donate dall’artista negli anni.

Anche quest’anno, Ginòb ha scelto la nostra associazione per esporre le sue opere dall’anima metallica ed abbiamo colto l’occasione per fare due chiacchiere con lui. Un uomo brillante, veloce, pragmatico ed essenziale. Grazie Ginòb per la tua disponibilità.

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Un po’ de Roma

Sabato 23 aprile 2022, ore 19:00 

Un po’ de Roma 

Alessandro Fadda, “Fale” 
In occasione del 2775° compleanno di Roma, Alessandro FaddaFale” presenta “Un po’ de Roma“.
 
Una serata in musica con le canzoni fra le più belle del repertorio romano del secolo scorso, e letture di poesie e brevi racconti di Fale.
L’evento è organizzato in rispetto delle misure anticovid.
Ingresso con green pass rafforzato, tessera associativa 2022 (5€)

L’evento sarà anche in diretta sulla nostra pagina fb

Per info tel. 366.920.3977 – Prenotazione obbligatoria tramite whatsapp 

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!!

Un po’ de Roma 

Avete perso l’evento? Ecco a voi i video della diretta. 

Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live!

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Notizie

L’Ex Mercato è una fabbrica in evoluzione

Come abbiamo già scritto all’inizio di questo anno, i nostri sforzi sono tutti indirizzati verso i giovani. 
Abbiamo già realizzato i primi due eventi “Open Mic” dedicati a giovani cantautori. 
 
Al momento ci sono stati tre riscontri: 
1) la partecipazione di tanti giovani, a tutti e due gli eventi eravamo quasi al completo; 
2) la competenza, non solo canora, ma anche della parte tecnica dei giovani cantautori, con l’aiuto di altri due o tre ragazzi ha fatto sì che tutto filasse; liscio, con sonorità non indifferenti; 
3) la sorpresa più rilevante è stata che a differenza della nostra generazione che per un minuto sul palco avrebbero ucciso il rivale, loro hanno fatto gruppo, anche se di mondi diversi, coinvolgendo anche i nostri associati ottantenni. 
 
Da Mary, Ilaria, Gaia, Rosario, Tommaso, Emanuele, Roberta, coinvolgendo Fausto, Domenico, ed i due Luigi ottantenni, Alessio e addirittura Francesco si è fatto coinvolgere. 
 
Come abbiamo sempre detto l’Ex Mercato è una fabbrica in evoluzione che si trasforma in base alle priorità culturali ed accorgendosi del cuore e dei sogni delle persone coinvolte reagisce dando il meglio di sé. 
 
Come sempre abbiamo detto la conoscenza e la cultura è alla base dei cambiamenti in maniera positiva. 
 
Rivendichiamo inoltre sempre ed in maniera sempre più forte la nostra scelta di mettere in risalto le persone dando loro la possibilità e lo spazio di potersi esprimere senza essere giudicati mantenendo il più possibile in alto la coerenza ed il rispetto. 
 
Inoltre siamo orgogliosi anche se non è stato facile fare da spalla a tutti i ragazzi coinvolti, perché i risultati fino ad oggi ottenuti con il loro supporto sono stati ottimi ed i progetti per il prossimo futuro sono stati condivisi ed organizzati insieme. 
 
Prossimo appuntamento è il 23 aprile 2022 con la poesia e la musica romana con “Un po’ de Roma“, di Alessandro FaddaFale“, un non giovane. 

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Grazie a tutti.

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Il Municipio VII ricorda “La Resistenza”

Municipio VII ricorda “La Resistenza” 

13 – 23 aprile 2022  

Vi segnaliamo e raccontiamo l’iniziativa “Dal Rastrellamento del Quadraro alla Liberazione d’Italia“.

Il Municipio VII ricorda la “Resistenza“, organizzata per onorare la memoria del Rastrellamento del Quadraro e preparare la Festa della Liberazione

Questa è una di una serie di iniziative organizzata grazie alla collaborazione di tante associazioni e realtà culturali e politiche del territorio, attraverso le quali si vuole ribadire l’importanza della trasmissione della memoria e il valore identitario della vicenda del Rastrellamento per il Quadraro e per l’intero Municipio.

Il VII Municipio ha voluto quindi dare spazio al protagonismo musicale dǝ cittadinǝ attraverso il “Concerto Resistente” del 23 aprile.

Apriamo l’invito a musicistǝ del territorio per partecipare al concerto.

Scrivete via email a assessoratocultura.mun07@comune.roma.it per info e disponibilità ENTRO IL 18 APRILE. 

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Attività

Workshop Ritratto

Sabato 23 aprile 2022, ore 10:30 – 12:30 

Workshop Ritratto 

con Viviana, artista e professionista del settore  

Grazie a tutte le persone che hanno partecipato sabato scorso al workshop organizzato da Viviana sul ritratto. 

Sabato 23 aprile ci sarà il secondo laboratorio sul Ritratto, dove Viviana ti aiuterà a mostrare l’essenza interiore di un soggetto.  

Ecco cosa faremo insieme: 

· Introduzione alla tecnica e cenni teorici; 
· Mostrare l’essenza interiore di un soggetto, e non soltanto la somiglianza letterale; 
· Laboratorio mirato sulle esigenze personali di ciascuno partecipante per elaborare un progetto personale alla fine degli incontri sul tema. 

Di seguito troverete tutte le info per la prenotazione al workshop.

PER INFO E PRENOTAZIONI: info@asscalpurnia.it – Marco Marinelli 366.920.3977 
La nostra insegnante, VIVIANA 351.664.1973 

Le prenotazioni ci servono per capire il numero dei partecipanti al fine di svolgere il tutto nella massima sicurezza per tuttə. 

Per tutta la durata del laboratorio sarà necessario indossare una mascherina FFP2 al fine di proteggere sé e gli altri. 

In relazione alle vostre esigenze, il laboratorio potrebbe essere anche svolto in uno spazio all’aria aperta dato che l’Ex Mercato mette a disposizione dei propri soci uno SPAZIO ESTERNO coperto da un gazebo. 

COSTO di ogni laboratorio  30€ + tessera associativa annuale 5€
Workshop 

Acquerello Ritratto 

CALENDARIO APRILE 2022
ora 10:30 - 12:30 


> 23/04/2022 - Ritrattistica  


COSTO di ogni laboratorio  30€
+ tessera associativa annuale 5€

PER INFO E PRENOTAZIONI: 
info@asscalpurnia.it – Marco Marinelli 366.920.3977 

La nostra insegnante, VIVIANA 351.664.1973

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Attività

Workshop Ritratto

Sabato 16 aprile 2022, ore 10:30 – 12:30 

Workshop Ritratto 

con Viviana, artista e professionista del settore  

Grazie a tutte le persone che hanno partecipato sabato scorso al secondo workshop organizzato da Viviana sull’acquerello artistico. 

Sabato 16 aprile ci sarà il primo laboratorio sul Ritratto, dove Viviana ti aiuterà a mostrare l’essenza interiore di un soggetto. 

A proposito dell’arte Aristotele diceva: “Rappresentare non l’aspetto esteriore delle cose, ma il loro significato interiore, per questo non la figura esterna e il dettaglio costituiscono la vera realtà”. 

Ecco cosa faremo insieme: 

· Introduzione alla tecnica e cenni teorici; 
· Mostrare l’essenza interiore di un soggetto, e non soltanto la somiglianza letterale; 
· Laboratorio mirato sulle esigenze personali di ciascuno partecipante per elaborare un progetto personale alla fine degli incontri sul tema. 

Di seguito troverete tutte le info per la prenotazione al workshop e la data del prossimo appuntamento. 

PER INFO E PRENOTAZIONI: info@asscalpurnia.it – Marco Marinelli 366.920.3977 
La nostra insegnante, VIVIANA 351.664.1973 

Le prenotazioni ci servono per capire il numero dei partecipanti al fine di svolgere il tutto nella massima sicurezza per tuttə. 

Per tutta la durata del laboratorio sarà necessario indossare una mascherina FFP2 al fine di proteggere sé e gli altri. 

In relazione alle vostre esigenze, il laboratorio potrebbe essere anche svolto in uno spazio all’aria aperta dato che l’Ex Mercato mette a disposizione dei propri soci uno SPAZIO ESTERNO coperto da un gazebo. 

COSTO di ogni laboratorio  30€ + tessera associativa annuale 5€
Workshop 

Acquerello Ritratto 

CALENDARIO APRILE 2022
Tutti i SABATI, ora 10:30 - 12:30 

> 16/04/2022 - Ritrattistica 

23/04/2022 - Ritrattistica 

COSTO di ogni laboratorio  30€
+ tessera associativa annuale 5€

PER INFO E PRENOTAZIONI: 
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Eventi

Banana Inclusiva

Spacco l’Arte 

Banana Inclusiva 

Venerdì 15 aprile 2022, dalle 18:30  
Il 15 aprile ci sarà un nuovo evento organizzato da Macedonia Teatro all’Ex Mercato Torrespaccata.
 
Il programma della serata: 
 
PERFORMANCE e LIVE PAINTING con: Mila Damato, Ra-tô-ghè-ton, Gaia Tirone
 
MUSICA DAL VIVO con Nulla Da Dichiarare.
 
OPEN MIC: Musica, Slampoetry, Stand-up Comedy
Per l’open mic sono ufficialmente aperte le iscrizioni. Potete mandare una mail a organizzazione@macedoniateatro.it scrivendo nome e cognome; oppure in DM sui profili facebook e instagram di Macedonia Teatro
 
Macedonia Teatro racconta: “D’altronde a chi non piace la banana nella macedonia di frutta?“. 
L’evento è organizzato in rispetto delle misure anticovid.
Ingresso con green pass rafforzato, tessera associativa 2022 (5€).
L’evento sarà anche in diretta sulla nostra pagina fb

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!! 

Scopri i frutti della Macedonia » 

Banana Inclusiva

Vi siete persi l’evento? Non disperate! 
Guardate il video della diretta

Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live!

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