Convivio viene dal latino convivere, “vivere insieme”.
E per questo la sala pranzo dell’Ex Mercato da ormai un anno si chiama “sala convivio”. A dire il vero non è che ci si chiama da sola – il nome lo abbiamo scelto noi. Gag a parte, la sala convivio si chiama così perché sedere tuttə allo stesso tavolo non è solo mangiare insieme.
Giorno dopo giorno abbiamo scoperto che queste tavolate che si allungano, si allargano, si stringono, diventano semicerchi, ferri di cavallo e quadrati giganti sono fonte inesauribile di ricchezze e nutrimento.
E non solo letteralmente perché se magnamo ‘sto mondo e quell’altro, ma anche perché alle patate si mischiano le idee, si scambiano piatti e opinioni, si passano condimenti e conoscenze, ci si nutre di cibo e di energie nuove, si stringono tappi e mani, si brinda e si ride, cadono bottiglie e lacrime (ma soprattutto bottiglie, quelle si rovesciano letteralmente ogni volta), ci si guarda negli occhi e si sta insieme, aggiungendo sale e peperoncino un po’ ovunque (l’olio no, quello da noi non c’è mai bisogno di aggiungerlo).
E questi pranzi, senza glutine, senza latte, senza uova, senza carne, senza pesce, senza cocco, senza olive, sono sempre pieni d’amore (anche perché almeno quello ce lo dovemo mette sennò che se magnamo?).
Insomma, tante parole, tanto olio e tante patate, per dire che siamo immensamente grate di questa piccola magia settimanale, che sotto il sole, la pioggia, le intemperie, al chiuso, all’aperto, davanti alle stufe o sotto ai pini, sospende il tempo per qualche ora e ricarica le batterie.