In questo anno e mezzo sono emerse tante caratteristiche sociali e di pensiero della società del presente, che bene o male abbiamo tutti noi contribuito a farla diventare così.
Facciamo un esempio che salta agli occhi di tutti noi. Oggi la libertà viene legata alle cose che possiamo fare, quindi le restrizioni per motivi sanitari vengono vissute come dittature e limitazione della libertà. Noi vogliamo mettere l’accento invece sul fatto che non è libertà se i nostri comportamenti hanno come conseguenza la morte di altri e quindi forse è più giusto dire che è disumano sapere che a causa di scelte non prioritarie qualcuno non ci sarà più. Un’immagine di ciò, se non ricordiamo male, la dava Orwell tanti anni fa dicendo: ”Siamo un gruppo di persone che camminiamo per la strada e tutti noi evitiamo la pozzanghera ed un momento dopo una di quelle persone non c’è più, il mondo ha perso una mente”.
Poi proseguiva con un’altra immagine una bancarella dove c’erano il venditore ed un avventore, nella stessa piazza c’era il corpo di un impiccato, la loro discussione tra un prodotto e l’altro era lo sai che quando gli hanno detto che lo avrebbero impiccato si è fatto la pipì sotto? Intanto l’avventore ha fatto il suo acquisto e se ne è andato. In Italia, l’estate dello scorso anno quando in Inghilterra si facevano contratti per i vaccini e si programmava tutto ciò che riguardava il programma vaccinale ed altro, da noi si diceva che la seconda ondata non ci sarebbe stata e si doveva aprire tutto. Consigliamo a tutti ad identificare bene le forze sociali che lo dicevano, perché ancora oggi si parla di rischio calcolato, non dicendo e non chiarendo che in conseguenza di ciò ci saranno tanti morti. Di tutto ciò si parla poco perché chi tira i fili del potere vuol continuare a gestire una pandemia sanitaria solo attraverso considerazioni finanziarie, per chi non lo sapesse, si può andare in Iugoslavia e prenotare il proprio vaccino e ci sono viaggi fantastici e costosissimi nel cui pacchetto c’è il vaccino.
La realtà è che non è vero che siamo stati tutti fermi, lo abbiamo visto tutti che giravamo tutti, il traffico non è mai calato. L’unica realtà chiusa del tutto è stata solo la Cultura, perché bar e ristoranti tra asporto e qualche apertura hanno potuto, seppur limitatamente, lavorare. Solo i luoghi della cultura sono stati sempre chiusi ed oltre tutto con pochi aiuti dallo Stato.
Noi nella partita a scacchi tra aperturisti e chiusuristi non ci mettiamo in mezzo, però come prima di noi De André diceva: “Siamo tutti coinvolti, e diciamo la libertà individuale è legata alla libertà altrui e non può essere legata alla morte di chicchessia“.
Continuiamo come sempre il nostro percorso, che è iniziato più di un anno fa, con le dirette Fb, senza pubblico, mettendo al centro e all’attenzione di tutti noi la cultura e come avete visto ormai collaborano con noi tutte le categorie sia di età, sesso e colore. Sottolineiamo questo perché le persone sono persone e la diversità come potete vedere è qualificante e arricchisce tutti noi.
C’eravamo ci siamo e ci saremo.
Per continuare a darci la possibilità di pensare attraverso la cultura dell’arte in tutte le sue sfumature.
Vi diamo appuntamento a mercoledì 21 aprile, I Disartisti e sabato 24 aprile con la terza puntata di “Io leggo… e tu?“.