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Calpurnia in Fantasy

Sabato 16 & domenica 17 marzo 2019

Calpurnia in Fantasy  

Evento a tema fantasy aperto a tutti i cosplayers. Il tema di questa edizione varierà da magiche fate a streghe cattive, da assassini a cavalieri templari, da gotico a steampunk! 

Durante lo svolgimento sarà fruibile per tutti i partecipanti cosplayers un fotoset totalmente gratuito, avremo per tutta la durata dell’evento della musica mistica e delle scenografie fantasy, per poi premiare il miglior disegno a tema della giornata, una cena tutta in stile medievale con spettacolo annesso, una sfilata tutta in stile steampunk, un open day sul teatro e per concludere un fantastico contest totalmente a tema. 

Ma per non dimenticarci di nessuno, sarà presente anche l’animazione per i bambini. 

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!! 

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Christmas Carol

Sabato 15 dicembre 2018, dalle 10:00 

Christmas Carol   

Per farci gli auguri di Natale ci vediamo tutti all’Ex Mercato di Torrespaccata.

Unendo il clima natalizio al cosplay abbiamo organizzato, oltre al fotoset natalizio, un contest con lo stesso tema, un live dei K-Host, cioccolata calda, panettone e un regalino per tutti. 

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!! 

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Eventi

Calpurnia Party

Domenica 24 novembre 2019

Calpurnia Party  

Piccolo raduno per cosplayers, fotografi e chiunque voglia divertirsi una giornata, in compagnia di amici. 
Lo scopo è il divertimento, mangiare insieme, scattare qualche foto, bere una cioccolata calda accompagnata da qualche dolcetto e non mancherà qualche piccola sorpresina. 

Scatteremo qualche foto insieme e ci divertiremo con il karaoke e qualche ballo, e ci saranno inoltre delle piccole sorprese. 
Concluderemo salutandoci e augurandoci le buone feste. 

Vi aspettiamo numerosi il 24 Novembre!!! 

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Il Peso del coraggio

Il peso del coraggio è una performance teatrale dedicata alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tale ricorrenza viene celebrata il 25 novembre ed è stata ufficializzata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 ma ha radici ben più lontane nel tempo: fu nel 1981 che un gruppo di attiviste riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà, scelse questa data in ricordo del brutale assassinio, avvenuto il 25 novembre 1960, delle sorelle Mirabal, ferventi oppositrici del regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo in Repubblica Dominicana. Tale ricorrenza trova diffusione in Italia solo dal 2005 e, spesso, ne viene ignorata l’origine.

La performance, basata sul libro “Il tempo delle Farfalle” di Julia Alvarez, ha lo scopo di far conoscere la storia di Minerva, Patria, Mate e Dedè, “Las Mariposas”, le farfalle, loro nome in codice nella lotta contro quella che è ancora considerata una delle dittature più feroci dell’America Latina. 

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Ottobrata Romana All’Ex Mercato

Se pensiamo a Rugantino ci troviamo a rivivere Roma in piena età papalina, mentre con Fregoli torniamo ai tempi della Belle Epoque, invece con “Roma Capoccia” di Venditti ci riconduce direttamente all’ormai storico Folk Studio. Tre epoche diverse ma un unico luogo: Roma, e un’unica lingua perché un dialetto quando diventa storia e lascia dietro sé quello che ha lasciato il “romanaccio”, di lingua ci piace parlare. Dagli scritti di “Cronica d’anonimo romano” del ‘300 fino a “Roma capoccia” di Venditti, passano 700 anni, sette secoli durante i quali Roma ha visto passare sulle sue strade papi, re, imperatori e tutta una serie di personaggi più o meno famosi. I vicoli della città eterna e i grossi agglomerati urbani che ormai si estendono ben oltre “le mura” e ormai lontani anche da “Fori porta” sono e sono stati testimoni oculari di avvenimenti che diventano storia, la stessa che occupa buona parte dei libri di testo specializzati in tale materia. A Roma si è concretizzata una ridda di eventi che hanno sia positivamente che negativamente cambiato il volto alla città in primis, ma anche alla nazione e al mondo intero. La presenza del papato prima, centro della cristianità e successivamente il ruolo di capitale d’Italia, hanno fatto di Roma e del suo popolo un elemento cosciente delle proprie capacità e del suo ruolo fondamentale nelle decisioni, anche quelle estreme. Insieme a tutto ciò poche comunità hanno testimoniato con scritti, raffigurazioni e soprattutto con forme d’arte come la poesia e la canzone, le trasformazioni, i fatti di una città e cantato e raccontato i suoi pregi e i suoi difetti. Tutto questo con una lingua quasi sempre in evoluzione, che ha mantenuto una costante radice, senza mai cangiare troppo o senza stravolgere completamente la propria natura irriverente. Le “pasquinate”, gli “stornelli” e i moderni “rapper”, passando per Sor Capanna e Ciancaribella  mantengono una vena di sarcasmo come i versi del Belli e quelli ancora più profondi e irriverenti di Sallustri.

Prelati, nobili, più o meno blasonati, popolani, guardie e ladri sono stati sempre bersaglio di questa vena romana, forse la presenza e la permanenza dei poteri forti che da sempre abitano a Roma ha dato ai suoi illustri cittadini la consapevolezza di essere custodi di un sapere e di una serie di misteri che, se svelati al resto del mondo, potrebbero cambiare le sorti del genere umano.

I segreti del Vaticano e del Viminale sono ormai argomento noto di discussione come lo sono le trame oscure dei vari banchieri, banditi e uomini di governo ormai accomunati da un solo destino quello di gettare un’ombra sinistra sulla città eterna.

Anche qui i nostri poeti e cantanti non hanno fatto sconti a nessuno, come del resto i nostri cineasti, film come “In nome del Popolo Italiano”, o “Brutti, sporchi e cattivi”, per citarne solo due, sono simbolo di una città fatta di palazzi del potere ma anche di baracche e fanno da giusto compendio ad un linguaggio, quello delle immagini, sempre critico e attento alle contraddizioni di una metropoli, che in passato ha vestito abiti più importanti, quello per esempio di ombelico di un impero o di centro di una delle religioni più importanti e seguite del mondo.

Parallelamente alle produzioni di stampo sociale e di costume, con la rivalutazione di figure come Petrolini, Fregoli e Balzani ad opera di Lando Fiorini, “Gabriellona” Ferri e Alvaro Amici  negli anni settanta a Roma nasce la canzone legata al disagio delle periferie e non solo, quel disagio che tanto ispirava Pasolini che romano non era. Ecco allora che Edoardo De Angelis scrive una delle canzoni che fa da spartiacque tra i due mondi: “Lella”. In questa canzone che è d’autore anche se non sembra, abbiamo tutto; la passione, la consapevolezza della colpa che si deve confessare per forza, ma senza rimpianti e la spiaggia di Ostia, il braccio teso verso il mare di Roma, dove nella realtà troverà la morte Pasolini che probabilmente con i suoi film e i suoi scritti molto ha contribuito alla formazione di quei giovani che oggi cantano Roma e le sue strade. La “Lella” di De Angelis e la “Lilly” di Antonello Venditti dividono lo stesso triste destino, quello di essere donne e vittime in un mondo dove la fanno da padrone la morale, il sopruso e il denaro.

Ma la canzone e la poesia romana non sono solo questo, serenate e “canzoni belle e appassionate” per dirla come Petrolini sono l’altra faccia di una città che ha mantenuto il buon umore e il sentimento alto anche nei momenti peggiori. Pur se martoriata da bombardamenti, deportazioni e soprusi di ogni genere Roma dopo ogni guerra ha la forza ancora di poetare e cantare di “Nannarelle” e”Ninette”. “Nunziata” che viene chiamata dall’amato alla finestra non è altro che uno dei momenti più alti della canzone popolare. I barcaroli a cui “Riassomma er viso de Ninetta bella”. La “Gente de borgata” raccontata da uno che di Roma non è, ma viene dal sud, definendosi un bastardo e che narra la sua città di adozione forse meglio di chi è romano, le “Ballate Rap” scandite con un linguaggio ormai quasi incomprensibile ai romani D.O.C., il tutto spalmato nell’arco di poco più di un secolo, sono la testimonianza di una evoluzione culturale che passa per tutte le discipline del linguaggio, dalla canzone alla poesia. Parole come “Ciumachella” e “Core adorato” sono ormai in disuso nel lessico popolare, ma sono però riproposte con termini nuovi, tanto da riempire ancora l’etere, prima e oggi il Web fino ad essere “pompati”, per usare un termine nuovo di zecca, dagli altoparlanti delle macchine che sfrecciano dal centro alla periferia e viceversa. Al contempo questa piccola grande ricorrenza vuole essere un souvenir delle belle giornate romane di ottobre ancora piene di sole, come se l’estate non volesse lasciarci, ma anche delle grandi iniziative di piazza, come il festival di San Giovanni, un atto di ossequio a luoghi di incontro e aggregazione come il Folk Studio e una smisurata lode a personaggi come Petrolini, Romolo Balzani, Trilussa e tanti altri che con la loro arte hanno raccontato Roma e le sue genti. Inoltre tutto ciò è un omaggio a tutti noi che almeno una volta abbiamo canticchiato “La società dei magnaccioni” o ascoltato una poesia del Belli e soprattutto un piccolo ricordo di quelli che come i nostri padri, i nostri zii, nonni e nonne che dopo otto ore di “cantiere” e due soldi in tasca avevano ancora la forza di ridere, di portare tutta la famiglia “Ar gatto D’Oro” e canticchiare “Roma Capoccia der monno n’fame”. 

Per tutto il mese di ottobre all’Ex mercato di Torrespaccata si potrà assistere a incontri, spettacoli e iniziative sulla tradizione romana.

Per tutto l’anno 2019 sono previste poi altre iniziative culturali legate al cinema: rassegne, dibattiti, incontri, fiere, forum ed eventi a tema con particolare attenzione al mandato primario della struttura di realizzare un vero e proprio progetto di diffusione della cultura e di costituire un luogo d’incontro e discussione per il quartiere e non solo. Al contempo proseguono e si allargano le attività di Scuola Popolare di Musica, i Corsi Base di Teatro, di Yoga, Ballo e Danza. 

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Cultura

Nuovo Cinema… Periferia

All’inizio c’erano le pitture rupestri di Lascaux, poi arrivò Giotto e la sua prospettiva, la pittura rinascimentale, e le nuove vie.

Arriva poi la fotografia e il cinema, tutto questo però sembra ormai passato.

L’immagine e la comunicazione tramite il grande schermo, in primis, nel secolo XX ha assunto un ruolo di primaria importanza come veicolo di divulgazione delle idee e di mode. Il connubio potere/cinema/moda è un processo vecchio un secolo. Lenin e poi Stalin nella Russia post rivoluzionaria misero in primo piano il rapporto col cinema, un cinema dai contenuti fortemente rivoluzionari e allo stesso tempo nazionalistici. Lo stesso fecero poi Mussolini ed Hitler che arrivarono a costruire una industria cinematografica assoggettata al regime, ma anche in tutto il resto del mondo della prima metà del secolo passato questa tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale di rapporto con le masse. In Italia già prima del fascismo l’industria cinematografica si sviluppa come arte innovativa, a Pastrone in Cabiria del 1914 dobbiamo l’uso della macchina da presa su carrello, per permettere l’avvicinamento e l’allontanamento del punto di ripresa, tanto per rendere l’idea di quello che il genio italico ha dato a questa nobile arte. A Roma comunque nasce il cinema italiano. Nel 1904 Filoteo Alberini fonda il Cinema “Moderno” in quella che allora era Piazza Esedra e l’anno successivo, nel 1905, lo stesso Alberini gira uno dei primi lungometraggi del cinema italiano “La presa di Roma”. La città eterna dal quel momento in poi diventa punto di riferimento e, allo stesso tempo, musa ispiratrice del cinema italiano. Nel 1937 viene costruita su un’area rurale Cinecittà, un complesso composto da 73 edifici, tra cui 21 teatri di posa, centrali elettriche, uffici della direzione su progetto dell’architetto Gino Peressutti.

La crescita dell’industria cinematografica portò alla diffusione capillare di numerose sale su tutto il territorio cittadino, periferie comprese, a volte convivendo anche con il teatro di rivista ancora diffuso fino agli anni ’50, attori come Aldo Fabrizi, Anna Magnani, Totò, Alberto Sordi e tanti altri, prima di diventare le icone del cinema che conosciamo, si cimentavano in questo genere di spettacolo. Normalmente le performance degli attori precedevano il film. Lo stretto rapporto con il pubblico che si creava durante le serate oggi è un ricordo ormai lontano.

A cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70 nella capitale sono operative circa 300 sale tra prima visione, seconda visione, terza visione e sale diocesane. Queste ultime avranno un ruolo fondamentale per la seconda o terza distribuzione di pellicole già datate e parzialmente usurate consentendo così la visione a prezzi più che popolari di opere, ma anche cinematografia minore, altrimenti non economicamente accessibile alle classi più disagiate di cui le periferia era piena, oggi molte sale sono state tristemente trasformate in sala Bingo. Nella fattispecie, in quello che ora è il territorio del VI Municipio, non c’erano, fino agli anni ’70 sale cinematografiche, né di prima né di seconda visione. In via Casilina, all’incrocio con quello che attualmente è Viale di Tor Bella Monaca c’era un’arena estiva ora sostituita da una vetreria, mentre nella borgata di Finocchio c’era il cinema Adam di terza visione anch’esso ora inesistente. Bisogna aspettare fino agli anni novanta che l’assessorato alla cultura del comune di Roma istituisca il “Cinema di Raccordo”: proiezioni estive all’aperto gratuite con una programmazione mista di film da cassetta e d’essay: esperienza questa durata a fasi alterne per circa 10/15 anni, memorabile la proiezione poco dopo la sua uscita nelle sale del film “Titanic”.

Da allora le rassegne e le proiezioni diventano, nel territorio di questo municipio, prerogativa di associazioni culturali e biblioteche comunali con un programma specifico e settoriale: film d’autore, per bambini ecc.

Anche all’Ex Mercato di Torre Spaccata il cinema svolge il suo ruolo e occupa il suo giusto spazio: iniziative come “Pellicola Day” svoltasi il 20 ottobre del 2018, che ha ospitato appassionati di proiettori d’epoca che hanno esposto i loro apparecchi permettendo al pubblico di fare un vero e proprio tuffo nel passato della visione cinematografica. L’evento ha visto ospiti come il regista Enzo Castellari, uno dei padri del poliziottesco italiano, che alla veneranda età di 80 anni ha deliziato i presenti con una vera e propria lezione di cinema e con i suoi affascinanti racconti.

Nel mese di Aprile 2018 è stato ospite della struttura, nell’ambito della prima edizione del “Blood fest”, il compositore Claudio Simonetti, leader dei Goblin famosi per la realizzazione, tra le altre, delle colonne sonore di “Profondo Rosso” e “Zombi” riconosciuti come capolavori del cinema moderno.

Per l’anno 2019 sono previste altre iniziative culturali legate al cinema: rassegne, dibattiti, incontri, fiere, forum ed eventi a tema con particolare attenzione al mandato primario della struttura di realizzare un vero e proprio progetto di diffusione della cultura e di costituire un luogo d’incontro e discussione per il quartiere e non solo.

Al contempo proseguono e si allargano le attività di Scuola Popolare di Musica, i Corsi Base di Teatro, di Yoga e di Parkour.

Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima.
(Ingmar Bergman)

Quando si va al cinema, si alza la testa. Quando si guarda la televisione, la si abbassa.
(Jean-Luc Godard)

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Eventi

Pellicola Day

Fiera mostra mercato sulla pellicola cinematografica all’Ex Mercato Torrespaccata sabato 20 ottobre 2018.

All’inizio c’erano le pitture rupestri di Lascaux, poi arrivò Giotto e la sua prospettiva, la pittura rinascimentale, e le nuove vie.

Poi è arrivata la fotografia e il cinema, tutto questo sembra ormai passato, ma la pellicola ancora oggi ha una sua utilità, una sua vita e soprattutto un suo pubblico vivo.

Appuntamento per tutti, grandi e piccoli, appassionati e semplici curiosi per far conoscere questo mezzo alle nuove generazioni e ricordarne il ruolo sociale e culturale che il cinema in genere ha dato alla nostra società.

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Cultura

Scuola Popolare di Musica a Torrespaccata

La denominazione “Scuola Popolare di Musica” è ormai una costante e un’istituzione in città o, per meglio dire, in aree metropolitane dove la carenza di servizi si fa sentire come, per esempio, in periferia. Un progetto, una sfida diversa in un territorio dove l’attenzione è giustamente concentrata su problemi reali, ma a volte forse troppo strumentalizzati secondo le esigenze di parte.

Il termine “Scuola Popolare” è fittamente abusato, ma nasconde in sé quello che a Roma ha significato crescita culturale e ha portato realtà come Testaccio, Donna Olimpia e Villa Gordiani, per citare alcune delle storiche scuole popolari di musica romane, a crescere fino a collaborare con istituzioni e organismi internazionali, ma soprattutto ha significato quello che è più importante: dare la possibilità a giovani e meno giovani, professionisti e dilettanti di fare un percorso formativo di livello a costi fortemente contenuti.

La prima è la scuola popolare di Testaccio che nasce nel 1975 in un contesto di rinnovamento culturale in una città che, dopo anni,  si libera di amministrazioni che mostravano poca sensibilità verso il lavoro di socializzazione e, soprattutto, incuranti dell’importanza degli spazi “collettivi” che erano, di conseguenza, a gestione esclusiva di parrocchie, sedi di partito e sindacati.

Testaccio annovera tra i suoi primati quello di aver sottratto lo spazio alla malavita locale che adoperava i locali del dismesso mattatoio comunale come deposito per le proprie attività illecite, un opera allo stesso tempo sociale e di recupero urbano. I locali vennero poi ristrutturati e da allora oltre 1000 persone l’anno trovano una residenza educativa e ludica a prezzi moderati.

La Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia nasce a Roma nel gennaio 1976 dall’incontro di alcuni giovani musicisti e studenti di musica con gli operatori del Centro di Quartiere Donna Olimpia, all’interno del complesso delle case popolari chiamato I grattacieli e descritto da Pier Paolo Pasolini in “Ragazzi di vita”. Dopo un periodo di gestione interna al Centro di Quartiere come Circolo Arci, la Scuola viene legalmente costituita il 23 gennaio 1980”.

Questo invece recita il manifesto di presentazione sul WEB alla voce Scuola Popolare Donna Olimpia. Monteverde, quartiere allora al limite tra la periferia e centro, ospita questa esperienza in piena convivenza con una città che sta espandendosi e che vedrà, di lì a poco, un crescente esodo verso la provincia, per i più fortunati, e la periferia estrema, visti i costi più contenuti delle abitazioni e la possibilità di costruire abusivamente, per gli altri. Ma la caparbietà degli operatori di Donna Olimpia e la proposta didattica porterà questa realtà ad avere in 40 e passa anni circa 40000 allievi e decine di formatori, nonché un riconoscimento istituzionale di tutto rispetto.

Nel 1979 invece nasce la Scuola Popolare di Musica di Villa Gordiani, vero quartiere periferico che ha sede sulla Prenestina. Solido baluardo culturale e formativo, la Scuola Popolare di musica di Villa Gordiani ha rappresentato il punto di riferimento per migliaia di persone, studenti, lavoratori, bambini e pensionati che non potevano, allora come oggi, raggiungere il centro, a causa dei problemi logistici che tutti conosciamo. La loro pagina WEB così recita:

“Facciamo didattica musicale dal 1979, abbiamo formato bambini curiosi felici di conoscere uno dei giochi più belli del mondo: quello di sperimentare la propria musicalità; abbiamo formato ragazzi talentuosi e adolescenti che desideravano formare una band; abbiamo formato adulti che da giovani sognavano di esibirsi su un palco; abbiamo formato pensionati che volevano continuare a vibrare d’emozione… M a soprattutto abbiamo formato allievi che della musica hanno fatto una professione! E siamo rimasti in contatto con la maggior parte di loro, perché ci hanno mandato un amico, un figlio, un nipote; perché sono tornati come insegnanti o anche perché passano semplicemente a salutarci.

Da qui il bisogno e la curiosità di poter pensare, anche se in piccolo, che il territorio del VI (ora V) Municipio potesse avere una possibilità come questa”.

La Scuola popolare di Musica di Torrespaccata nasce invece nel maggio del 2018 dall’iniziativa di alcuni cittadini Romani che desiderano assicurare un’educazione musicale ai loro figli e, nel contempo, valorizzare una zona popolare che da più di trent’anni è abbandonata a sé stessa. Oggi, la scuola è tra le più giovani realtà musicali accessibili a tutti con un contributo di partecipazione per l’appunto “popolare”. 

Piano formativo

La Scuola popolare di musica di Torrespaccata si è pone come obiettivi e finalità quella di favorire l’educazione musicale dei giovani, giungendo poi ad ampliare la propria proposta:
• Allo sviluppo e al perfezionamento dei talenti artistici di qualunque livello ed età, in un panorama di respiro nazionale ed internazionale.
• Alla promozione di momenti di socializzazione attraverso il “far musica” e alla diffusione anche attraverso l’organizzazione di eventi e concerti della letteratura musicale lirica e strumentale e di momenti di solidarietà e di crescita personale.
Queste finalità si perseguono tramite definiti percorsi di alto profilo qualitativo, con particolare impegno nel:
• Sostenere e aumentare la soddisfazione degli allievi, leggendo con attenzione viva e con motivazione profonda i loro bisogni, le loro aspettative, i loro sogni.
• Adeguarsi costantemente ai mutamenti e alle esigenze della società e del settore di riferimento per realizzare un continuo miglioramento della propria offerta
Altrettanto importante è il coinvolgimento attivo di tutti coloro che collaborano con la Scuola Popolare di Musica di Torrespaccata, poiché l’affermazione dei valori e delle professionalità della Scuola non è l’esito di un impegno individuale, ma il frutto di un lavoro dell’intera organizzazione, in cui il contributo di ciascuno è essenziale. Contemporaneamente all’Ex Mercato esiste anche un progetto di creazione di laboratorio teatrale, che parallelamente crea un altro servizio nella zona.

Presto su queste pagine interviste e articoli sui protagonisti della scena musicale e culturale romana, dai più affermati agli emergenti, dai promotori di iniziative artistiche e educative, ai semplici appassionati, poiché pensiamo che un modello di società più attenta e meno avvezza al qualunquismo dilagante possa far bene a tutti, un modello che non piace ai detrattori delle positività che alimentano il degrado, con la speranza di avere un esercito di “Uomini e donne senza speranza e obiettivi” così da favorire paure e divisioni, da cui trarre vantaggio.

Una frase di Calvino ancora attuale per concludere  “Contano due principî: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire”. 

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Notizie

Il Solidale

Il pranzo è servito

L’Ex Mercato in collaborazione con l’Associazione Sguardo al Futuro che gestisce il Banco Alimentare in via Tenuta di Torrenova 16, insieme a tanti altri comitati di quartiere e Associazioni, stanno cercando di diminuire le difficoltà, che sono tante, attraverso la distribuzione di generi alimentari alle fasce meno protette. 

Chi è autonomo si reca in associazione e ad altri che non possono muoversi, con i nostri limiti, li portiamo loro a casa. 

Ci fa piacere che le persone che ne stanno usufruendo ci hanno spontaneamente inviato le foto di ciò che cucinano. 

Come potrete ben comprendere lo sforzo è grande sia a livello umano che a livello finanziario, quindi per chi volesse partecipare con noi a questa forma di aiuto ma non si può muovere vi indichiamo l’IBAN dell’Associazione Sguardo al Futuro

IT19N0103003371000001346010