Dicembre si sa è il mese dei bilanci e delle feste, feste che ogni anno risentono sempre più della crisi economica ma di più di quella culturale. L’Italia paese di vati, santi ed eroi e soprattutto di artisti ora è in profonda crisi morale, poiché da più di vent’anni a questa parte il bel paese si è visto sottrarre proprio quelle risorse che fino a qualche tempo fa garantivano quella stabilità, anche se minima, alle risorse della cultura, che non è solo benessere morale ma anche fisico.
Un imbarbarimento del linguaggio televisivo, perché quello poi conta oggi e viene compreso, visto l’analfabetismo strutturale degli italiani, sicuramente ha contribuito a questo processo di regressione. Trasmissioni che muovono su argomenti posticci, litigi tra congiunti, chiaramente falsi, piccole conquiste e riconquiste del cuore, ancora più false e peggio allestite e altamente improbabili, come i personaggi che le animano sono il pane quotidiano del povero utente televisivo. Invettive rabbiose di piccoli e maldestri caporali che si ergono a gradi superiori, e chi più ne ha più ne metta.
Tutto questo da una parte e dall’altra una società che rimane o tenta di rimanere civile e umana, modello bistrattato proprio dai personaggi di cui sopra. Calvino nei suoi scritti diceva “Io penso che il divertimento sia una cosa seria”, poche parole e una grande verità. Cultura non è solo libri alti e scritti piccoli, non è solo musica dodecafonica o “L’Anello del Nibelungo” di Wagner ascoltato rigorosamente in tedesco e senza sottotitoli, cultura è anche il leggere leggiadro e ascoltare musica che ci rallegra e ci diverte, magari suonata da e per quattro amici al bar. Purtroppo però anche quest’ultime forme stanno scomparendo. La socialità è stata sostituita dalla corsa all’ultimo gingillo telefonico, anche a costo di indebitarsi e non mangiare per i mesi a venire.
Roma, culla della civiltà occidentale prima e faro d’oriente poi, città che annovera tra vari primati quello di essere stata additata come il cancro d’Italia, una Roma ladrona, una Roma coacervo di interessi criminali, piena di fannulloni e perditempo, epiteti sparati da piccoli personaggi in cerca di notorietà prima e voti poi, che oggi mentono proprio su quegli attributi, ma che il web, per nostra fortuna ha immortalato. Loro sono oggi i peggior detrattori di un modello culturale che ha visto la nostra città primeggiare in tutti i campi dell’arte, dal cinema alla letteratura, dallo sport alla musica.
Nella nostra sempre più desolata periferia, qualche manipolo di persone comunque muove sempre passi decisi, i fatti di Centocelle e i roghi criminali non fermano questo movimento di riscatto, oggi un bar o un Pub aperti fino a tardi, con i rischi che conosciamo, un piccolo negozio, una libreria e ogni luogo che illumina e crea movimento è un fortino che va difeso. In questi giorni una delle maxi operazioni contro la criminalità organizzata ha portato ad un azzeramento delle teste pensanti delle cosche in Calabria, notizia questa che non ha avuto il giusto impatto mediatico. A tutto ciò poi colpiscono le parole del magistrato che ha coordinato l’operazione che invita i giovani a tornare alle proprie origini e alla loro terra ad occupare quegli spazi morti per non lasciare aria all’illegalità. Questo fa ben sperare.
Dicevamo all’inizio di bilanci, all’Ex Mercato di Torre Spaccata per tutto l’anno 2019 si sono susseguiti eventi culturali, un piccolo sunto è nella rassegna di locandine e le immagini che pubblichiamo in allegato. Musica, teatro, rassegne, convention, incontri con personaggi dello spettacolo e della cultura romana e non. Autori e registi televisivi e teatrali, glorie della TV che fu e della TV che sarà… Ne citiamo solo alcuni per dovere di cronaca. Il ballerino RAI Jack la Cayenne, accompagnato da Marco Giusti (Stracult), il cantautore Roberto Kunstler, direttamente dal vecchio Folk Studio e vincitore di Sanremo con i testi scritti per Sergio Camariere, il giovane conduttore RAI, Mario Vai, (Uno mattina e altri programmi RAI), il compositore di colonne sonore Marco Werba, (Dario Argento e altri), il comico e attore Salvatore Marino (Zelig e altri programmi), il regista Franco Bertini, e una infinità di ospiti più o meno importanti ma tutti partecipi e consapevoli del mandato dell’Ex Mercato, struttura che in periferia coglie e accoglie iniziative di livello.
Il 2020 sarà zeppo di iniziative e altri stimoli, è previsto un memorial sulla figura di un altro grande periferico come noi, il cantautore e compositore Giampiero Artegiani, vincitore con Massimo Ranieri di Sanremo con uno dei capolavori della nostra musica, la canzone “Perdere l’amore”. Artegiani nativo di Centocelle fu insieme a Michele Zarillo e Paolo Faenza il fondatore dei Semiramis, gruppo Progressive degli anni ’70. Come autore ha scritto testi e musiche per Michele Zarillo, Franco Califano, Manuela Villa e altri. Giampiero ci ha lasciato nel febbraio 2019, il 14 maggio 2020 avrebbe compiuto 65 anni, a lui sarà dedicata proprio nel mese di maggio all’Ex Mercato una o più serate in ricordo. Allo stesso modo si organizzeranno incontri, dibattiti e convention proprio sul progressive italiano, e quello romano in particolare. Gruppi come Il Banco Del Mutuo Soccorso, I Semiramis, I Goblin e altri nascono proprio a Roma, a loro sarà dedicata una particolare attenzione così da far conoscere ai giovani musicisti e non un’altra eccellenza della nostra città.
Per tutto l’anno 2020 sono previste poi altre iniziative culturali rassegne, dibattiti, incontri, fiere, forum ed eventi a tema con particolare attenzione al mandato primario della struttura di realizzare un vero e proprio progetto di diffusione della cultura e di costituire un luogo d’incontro e discussione per il quartiere e non solo. Al contempo proseguono e si allargano le attività di Scuola Popolare di Musica, i Corsi Base di Teatro, di Yoga e altro.
Sempre per dirla come Italo Calvino:
“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”
Un augurio di buone feste ai lettori