All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la nostra rassegna della canzone d’autore romana e non.
Una mano bianca e una nera chiuse in una stretta serrata e indissolubile. Questo era il simbolo, oggi diremmo logo, del Folkstudio. Agli inizi degli anni ‘60 un nero e un bianco portarono in cantina quello che a Roma era prassi fare nelle piazze nei raduni estivi. Prima di loro streghe e donne fatali si contendevano il primato in una città col sole da marzo a novembre.
Poi sul folk studio c’è una leggenda, una leggenda che racconta di un menestrello proveniente dall’America con il viso pallido, riccioluto e magro come un chiodo che si posò sul trono di Trastevere… Bob Dylan e da lì il mito.
Da allora centinaia sono stati gli artisti che hanno calcato il palco del mitico Folkstudio di Roma, noti meno noti, conosciuti e ricordati come i quattro ragazzi della canzone di Venditti: lo stesso Antonello, il compianto Giorgio Lo Cascio, Francesco de Gregori e Ernesto Bassignano, e altri che fatta una breve apparizione sono caduti nel dimenticatoio. Poi quelli che anche dopo la loro scomparsa continuano a vivere con le loro canzoni, cantautori come Stefano Rosso e Rino Gaetano, solo per citarne due dei più famosi, sono sempre presenti nelle nostre discografie e soprattutto nei ricordi di molti.
“Cantautore” termine questo coniato da uno dei padri della nostra musica moderna, Nanni Ricordi, coraggioso e visionario manager, e poi vocabolo trascinato in alto da un altro romano doc Vincenzo Micocci, si proprio quel Vincenzo che Alberto Fortis voleva ammazzare in una delle sue prime canzoni, insieme ad una invettiva crudele contro i romani, di cui Fortis si pentirà, ma che i romani di una certa generazione non hanno ancora dimenticato, le stesse invettive come “Roma ladrona” che fino a qualche anno fa erano di moda e che oggi qualcuno, lo stesso che le ha usate per scalare vette politiche, dice di non aver mai pronunciato, si la memoria certe volte inganna…
Ed è proprio a Roma che nascono, specialmente in periferia, eccellenze e sperimentazioni sulla musica in genere. Tradizione questa che non sembra, per nostra fortuna, tramontare. In questo contesto nasce il progetto, il trio acustico “Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone”.
Il trio nasce dall’incontro di due cantautori romani: Ezio Fattore e Emiliano Cicchinelli che insieme a Stefano Iacone alle percussioni creano un Unplugged d’autore, aggiungendo al loro repertorio classici dei grandi della musica italiana.