Categorie
Eventi

L’ultimo dei Mojicani, Roberto Kunstler racconta la sua canzone

Sabato 16 ottobre 2021, dalle 21:00

Nel 2019 Roberto Kunstler, la scheda artistica è riprodotta a piè pagina, tenne un concerto nel nostro teatro, da allora è nato tra lui e l’Ex Mercato un legame che va oltre la mera rappresentazione. Con Roberto c’è stata subito unità d’intenti e sintonia. 

Stavolta però Kunstler non sarà solo protagonista e interprete delle sue canzoni, accompagnato da un altro musicista Andrea Libero Cito, sarà il narratore di una delle stagioni più belle della nostra storia, quella della musica d’autore. 

Il titolo della serata è eloquente, quanto al contempo enigmatico, il termine Ultimo dei Mohicani era l’appellativo affettuoso che Ennio Melis, il patron e fondatore della RCA italiana amava chiamare il giovane Roberto Kunstler. Racconta il cantautore, “Avevo allora 19 anni e tra il Folk Studio e la RCA che aveva sede sulla Tiburtina, oggi ridotta ad un magazzino, mi rapportavo con personaggi del calibro di Lucio Dalla, Antonello Venditti e De Gregori, che erano molto più grandi ed esperti di me”. Saranno questi, oltre le canzoni e la presentazione dell’ultimo album di Roberto, “Davanti alla fine del mondo”, di cui riportiamo la scheda tecnico artistica nella sezione contributi a piè pagina, i temi conduttori di questo omaggio alla nostra tradizione canora. 

Ennio Melis nel 1984 lascia la RCA ormai in crisi, non volendo ripetere l’operazione dolorosa che lo vide attore agli inizi della sua carriera, dove fu costretto a lasciare a casa circa duecento dipendenti. Un concerto e tante chiacchiere sulla storia della RCA, l’importanza che questa realtà ha avuto in primis nella nostra città, dando lavoro a migliaia di persone. La spinta propulsiva che la musica leggera dagli anni ’50 in poi ha prodotto nella nostra economia è a volte un elemento che si tende a rimuovere, è giusto però ricordare che l’industria discografica, quindi per logico principio l’industria culturale di cui è figlia, è stata per tre e più decenni fonte di guadagni ma anche di redistribuzione di ricchezza. Offrendo poi milioni di posti lavoro, in un paese ferito dal conflitto, non possiamo dimenticare che la canzone ha svolto anche un ruolo didattico, unendo e educando a una lingua comune un paese ancora diviso dai dialetti e con un tasso di analfabetismo altissimo, nonché un effetto lenitivo per i mali oscuri e i momenti bui della nostra storia. 

L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977 

Vi aspettiamo!!! 

L’ultimo dei Mojicani, Roberto Kunstler racconta la sua canzone 

Avete perso l’evento? Nessun problema! Guardate il video della diretta. 

Grazie a tutti!

Restate aggiornati sulla nostra pagina fb

Categorie
Eventi

Dice mi nonna, più semo e mejo stamo

Sabato 2 ottobre 2021, dalle 21:00 

Se pensiamo a Rugantino ci troviamo a rivivere Roma in piena età papalina, mentre con Fregoli torniamo ai tempi della Belle Epoque, invece con “Roma Capoccia” di Venditti ci riconduce direttamente all’ormai storico Folk Studio.

Tre epoche diverse ma un unico luogo: Roma, e un’unica lingua perché un dialetto quando diventa storia e lascia dietro sé quello che ha lasciato il “romanaccio”, di lingua ci piace parlare. Dagli scritti di “Cronica d’anonimo romano” del ‘300 fino a “Roma capoccia” di Venditti, passano 700 anni, sette secoli durante i quali Roma ha visto passare sulle sue strade papi, re, imperatori e tutta una serie di personaggi più o meno famosi. I vicoli della città eterna e i grossi agglomerati urbani che ormai si estendono ben oltre “le mura” e ormai lontani anche da “Fori porta” sono e sono stati testimoni oculari di avvenimenti che diventano storia, la stessa che occupa buona parte dei libri di testo specializzati in tale materia. A Roma si è concretizzata una ridda di eventi che hanno sia positivamente che negativamente cambiato il volto alla città in primis, ma anche alla nazione e al mondo intero. 

La presenza del papato prima, centro della cristianità e successivamente il ruolo di capitale d’Italia, hanno fatto di Roma e del suo popolo un elemento cosciente delle proprie capacità e del ruolo fondamentale nelle decisioni, anche quelle estreme. Insieme a tutto ciò poche comunità hanno testimoniato con scritti, raffigurazioni e soprattutto con forme d’arte come la poesia e la canzone, le trasformazioni, i fatti di una città e cantato e raccontato i suoi pregi e i suoi difetti. Tutto questo con una lingua quasi sempre in evoluzione, che ha mantenuto una costante radice, senza mai cangiare troppo o senza stravolgere completamente la propria natura irriverente. 

Le “pasquinate”, gli “stornelli” e i moderni “rapper”, passando per Sor Capanna e Ciancaribella mantengono una vena di sarcasmo come i versi del Belli e quelli ancora più profondi e irriverenti di Sallustri. Prelati, nobili, più o meno blasonati, popolani, guardie e ladri sono stati sempre bersaglio di questa vena romana, forse la presenza e la permanenza dei poteri forti che da sempre abitano a Roma ha dato ai suoi illustri cittadini la consapevolezza di essere custodi di un sapere e di una serie di misteri che, se svelati al resto del mondo, potrebbero cambiare le sorti del genere umano. 

Ottobre a Roma è sinonimo di ottobrata, quello scorcio finale dell’estate dove per una commistione di elementi l’inverno tarda a venire e i romani, popolo festoso e irriverente, si godeva tra canti e balli l’ultima festa. Onorare questa tradizione è da anni uno dei nostri appuntamenti fissi. 

L’evento sarà in presenza in rispetto alle misure anticovid oltre che in diretta sulla nostra pagina fb.

Vi aspettiamo!!! 

Dice mi nonna, più semo e mejo stamo

Avete perso l’evento? Nessun problema! Guardate il video della diretta. 

Grazie a tutti!

Restate aggiornati sulla nostra pagina fb