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Festival dell’Arte Spaccata

Festival dell'Arte Spaccata

26 - 28 Novembre 2021

CONCORSO TEATRO SPACCATO

MOSTRA DI ARTE VISIVA

MUSICA DAL VIVO

Il Festival dell’Arte Spaccata apre la sua prima edizione. Si svolgerà dal 26 al 28 Novembre presso l’Ex Mercato Torrespaccata

Tre serate all’insegna dell’Arte, del Teatro e della Musica

Il Festival è ideato e diretto da Macedonia Teatro, una giovane compagnia romana, e organizzato in collaborazione con il team del Cinema Generazionale. A cura dell’Associazione Culturale Calpurnia e grazie al sostegno del Teatro Tor Bella Monaca

26 - 28 Novembre 2021

h 18.30: MOSTRA D’ARTE VISIVA PERMANENTE
• Alex D’Alascio 
Agnieszka Brzezina
Gaia Tirone
M.A.
Mila Damato
• Ratôghèton 
 
POESIE
• Sergio Biagi, autore della raccolta di poesie “Sfumature“, in vendita durante il Festival 

26 Novembre 2021

h 19.00: CORTI IN SCENA
“Eco”, Elliot Teatro
“Sono una bomba”, Nicolò Ayrodi
“Disperato Eretico Show”, Collettivo Est
“Catene”, Viviana Feudale
 
h 20.30: SESSIONE MUSICALE (Sala Méliès
• Federico Baldi
• Niccolò Tetti 
• Tommaso Maiello
• Estrels 

27 Novembre 2021

h 19.00: CORTI IN SCENA
“Oggi sono io”, Francesca Dolci & Gianandrea Nadiani 
“(S)partito contro tutte le zanzare”, Luca D’Arrigo 
“I corpi dell’arma”, Nicolò Ayroldi 
“I Buchi Bianchi”, Massimo Sconci 
 
h 20.30: SESSIONE MUSICALE (Sala Méliès
Valerio Artinio & Lorenzo Pagano 
Mass 
solochiara 
Sick boy 
Jimmy Vega 
• Dared

28 Novembre 2021

h 19.00: CORTI IN SCENA
“Ossa”, Nigredo 
“La Madonna dei topi”, Fucina zero 
“La solita scelta”, Luca di Capua 
“OPERA: MADRE”, Ex Loco 
 
h 20.30: SESSIONE MUSICALE (Sala Méliès
Fiamma Leonetti & Alessandro Lambertini 
Tommie Qubla 
 

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L’EVENTO SARÀ IN PRESENZA CON IL RISPETTO DELLE MISURE ANTICOVID, E IN DIRETTA SULLA NOSTRA PAGINA FB.
PER INFO E PRENOTAZIONI TEL. 366.920.3977

Vi aspettiamo!!! 

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Festival dell’Arte Spaccata

26 – 28 novembre 2021, dalle 19:00 
Il Festival dell’Arte Spaccata si svolgerà tra il 26 e il 28 Novembre, presso l’Ex Mercato di Torre Spaccata – da cui il Festival stesso prende il nome -, un suggestivo spazio del territorio romano gestito dall’Associazione Culturale Calpurnia
 
Il Festival è ideato e diretto da Macedonia Teatro, una giovane compagnia romana, e organizzato in collaborazione con il team del Cinema Generazionale, sotto l’egida dell’Associazione Culturale Calpurnia e grazie al sostegno del Teatro Tor Bella Monaca
 
Il Festival proporrà un programma di tre serate, all’interno delle quali coesisteranno più eventi: un concorso per corti teatrali, un’esposizione di arte visiva e una sezione dedicata alla musica dal vivo. 
 
Il concorso – “Concorso del Teatro Spaccato“- è stato aperto a giovani artisti e artiste under 35 che hanno inviato la loro candidatura presentando un corto della durata massima di 15 minuti. 
Dopo la selezione a cura di Macedonia Teatro, 12 compagnie porteranno il loro lavoro durante il Festival. 
 
Per tre giornate, la prima parte dell’evento sarà dunque destinata all’esibizione dei corti selezionati. 
 
Alla fine delle tre serate, una giuria tecnica, selezionerà i tre corti finalisti dell’intero evento, che verranno premiati con una data al Teatro Tor Bella Monaca per l’intero spettacolo tratto dal corto il primo classificato, 100 ore di prove presso il Teatro dell’Ex Mercato il secondo classificato (per sviluppare un nuovo progetto) e 50 ore di prove il terzo classificato. 
 
La seconda parte della serata sarà invece dedicata alla musica dal vivo: ogni serata due artisti/e under 35 si esibiranno in una performance live per presentare i loro brani, alcuni originali altri inediti. 
 
Parallelamente, per tutta la durata dell’Evento sarà in corso una esibizione permanente di opere di arte visiva (pittura, disegno e fotografia) di sei differenti giovani artisti e artiste che potranno esporranno le loro opere integrandole in tutto lo spazio dell’Ex Mercato di Torre Spaccata
 
Il Festival nasce dalla volontà di valorizzare uno spazio così prezioso della periferia romana, la volontà di offrire la possibilità a giovani artisti e artiste di avere uno spazio di esibizione del loro lavoro e di incontrare il pubblico (dopo quasi due anni in cui tanto è stato difficile realizzare eventi dal vivo), e, ovviamente, la volontà di proporre al pubblico tre serate di incontro con l’Arte nelle sue diverse forme. 
 
Il Festival vuole coinvolgere un pubblico il più possibile ampio e variegato, specialmente di giovani, proponendo tre serate di incontri, esibizioni e svago ad un prezzo accessibile per tutti e tutte (il solo costo della tessera associativa dell’Associazione Calpurnia), all’interno di uno spazio di riferimento, vivo e attivo, del quartiere di Torre Spaccata
 
L’EVENTO SARÀ IN PRESENZA CON IL RISPETTO DELLE MISURE ANTICOVID, E IN DIRETTA SULLA NOSTRA PAGINA FB.
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Luigi Perazzelli presenta l’album “Vigiles”

Domenica 21 novembre, dalle 21:00

Luigi Perazzelli ritorna all’Ex Mercato Torrespaccata e ci presenta con la T. Campus Band, l’album “Vigiles“.

L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977

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Luigi Perazzelli presenta l’album “Vigiles” 

Avete perso l’evento in cui Luigi Perazzelli ci presenta con la T. Campus Band, l’album “Vigiles“? Nessun problema! Guardate il video della diretta. 

Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live!

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Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone

Sabato 13 novembre 2021, dalle 21:00
All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la nostra rassegna della canzone d’autore romana e non.
 
Una mano bianca e una nera chiuse in una stretta serrata e indissolubile. Questo era il simbolo, oggi diremmo logo, del Folkstudio. Agli inizi degli anni ‘60 un nero e un bianco portarono in cantina quello che a Roma era prassi fare nelle piazze nei raduni estivi. Prima di loro streghe e donne fatali si contendevano il primato in una città col sole da marzo a novembre. 

Poi sul folk studio c’è una leggenda, una leggenda che racconta di un menestrello proveniente dall’America con il viso pallido, riccioluto e magro come un chiodo che si posò sul trono di Trastevere… Bob Dylan e da lì il mito. 

Da allora centinaia sono stati gli artisti che hanno calcato il palco del mitico Folkstudio di Roma, noti meno noti, conosciuti e ricordati come i quattro ragazzi della canzone di Venditti: lo stesso Antonello, il compianto Giorgio Lo Cascio, Francesco de Gregori e Ernesto Bassignano, e altri che fatta una breve apparizione sono caduti nel dimenticatoio. Poi quelli che anche dopo la loro scomparsa continuano a vivere con le loro canzoni, cantautori come Stefano Rosso e Rino Gaetano, solo per citarne due dei più famosi, sono sempre presenti nelle nostre discografie e soprattutto nei ricordi di molti. 

Cantautore” termine questo coniato da uno dei padri della nostra musica moderna, Nanni Ricordi, coraggioso e visionario manager, e poi vocabolo trascinato in alto da un altro romano doc Vincenzo Micocci, si proprio quel Vincenzo che Alberto Fortis voleva ammazzare in una delle sue prime canzoni, insieme ad una invettiva crudele contro i romani, di cui Fortis si pentirà, ma che i romani di una certa generazione non hanno ancora dimenticato, le stesse invettive come “Roma ladrona” che fino a qualche anno fa erano di moda e che oggi qualcuno, lo stesso che le ha usate per scalare vette politiche, dice di non aver mai pronunciato, si la memoria certe volte inganna… 

Ed è proprio a Roma che nascono, specialmente in periferia, eccellenze e sperimentazioni sulla musica in genere. Tradizione questa che non sembra, per nostra fortuna, tramontare. In questo contesto nasce il progetto, il trio acustico “Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone”

Il trio nasce dall’incontro di due cantautori romani: Ezio Fattore e Emiliano Cicchinelli che insieme a Stefano Iacone alle percussioni creano un Unplugged d’autore, aggiungendo al loro repertorio classici dei grandi della musica italiana.
L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
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Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone 

All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la rassegna sulla musica d’autore. 

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Che strana maestra che è la vita, Mario Fommei

Sabato 06 novembre 2021, dalle 21:00 
Recital di Mario Fommei
All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la rassegna sulla musica d’autore.
 
Un caro amico e cantautore, Mario Fommei ci canterà e racconterà le sue canzoni. 
L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
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Che strana maestra che è la vita, Mario Fommei

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Nel Segno del Rock 4

Sabato 30 ottobre 2021, dalle 21:00
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Quarto appuntamento con la “Scuola di Musica Mozart”. 
 
Questo progetto vive della collaborazione attiva dagli insegnati e degli operatori della scuola di musica “Mozart” che presta la sua opera nel territorio del VI Municipio dal lontano 1983, struttura che accoglie e raccoglie le esigenze di un territorio periferico a volte di difficile gestione sociale. 

Motivazione e stesura integrazione generazionale partecipata, queste sono le parole d’ordine di questa performance aperta a tutti. Spazi come teatri e centri culturali debbono ora più che mai fare da residenza alle esigenze delle nuove generazioni, ma anche a qualche vecchio nostalgico della chitarra Rock, che ultimamente, vista l’emergenza pandemica non ha potuto essere protagonista o semplice spettatore di qual si voglia performance artistico musicale.
 
L’intento è quello di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse.
 
La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente. 
 
L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977

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Nel Segno del Rock 4 

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Pro Fondo Pro Bono, Roberto Disma

Sabato 23 ottobre 2021, dalle 21:00 
Spettacolo di Teatro Canzone di Roberto Disma
Per un’analisi attuale e concreta della società è necessario l’essenziale. 
Un progetto completamente inedito di Roberto Disma realizzato con una chitarra, una voce, ventuno interventi che alternano monologhi teatrali a brani di cantautorato, sperimentazioni etniche, folk siciliano e “canzoni recitate”, scritte e composte interamente dallo stesso interprete. Lo spettacolo, così come il doppio album che ne deriva (in uscita nel periodo da agosto a dicembre 2021), è un viaggio concettuale in una raccolta di storie che spaziano dal genere satirico al drammatico, dalla riflessione più ironica alla storia più triste. 
 
Secondo l’uomo in scena ogni forma d’arte non è altro che una chiave d’interpretazione emotiva della realtà; per questo motivo non riesce a trovare una linea divisoria tra la scrittura, la recitazione e la musica. 
 
Aprendo la prima parte – Pro fondo – con una canzone sul carcere e garantendo che in tutto lo spettacolo non sono presenti canzoni d’amore, il ragionamento si sofferma sul confronto tra la figura della donna nella morale cattolica e nelle campagne siciliane, tra l’uso del vernacolo e le nuove frontiere di comunicazione e di guadagno, sino “a toccare il fondo” sulla relazione tra il concetto di proprietà e la speranza dei profughi della traversata africana. 
Con una forte impronta siciliana in apertura della seconda parte – Pro bono –, le storie prendono gradualmente il sopravvento sulla riflessione: dalle stragi di mafia degli anni Novanta all’arresto di Julian Assange, dall’omicidio di George Floyd alla “banale” uccisione di un elefante in India, fino a un ritorno al passato con un canto popolare dei minatori siciliani comparato al messaggio sociale di Bob Marley, per il compimento del viaggio sul tema dell’emarginazione e la realizzazione del concetto di farsa, concludendo con una dedica agli artisti perché un’opera d’arte non risiede solo nel prodotto finale, ma nella forza di chi la esercita, nella bellezza di chi la crea e nella sapienza di chi la riceve. 
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Pro Fondo Pro Bono, Roberto Disma 

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L’ultimo dei Mojicani, Roberto Kunstler racconta la sua canzone

Sabato 16 ottobre 2021, dalle 21:00

Nel 2019 Roberto Kunstler, la scheda artistica è riprodotta a piè pagina, tenne un concerto nel nostro teatro, da allora è nato tra lui e l’Ex Mercato un legame che va oltre la mera rappresentazione. Con Roberto c’è stata subito unità d’intenti e sintonia. 

Stavolta però Kunstler non sarà solo protagonista e interprete delle sue canzoni, accompagnato da un altro musicista Andrea Libero Cito, sarà il narratore di una delle stagioni più belle della nostra storia, quella della musica d’autore. 

Il titolo della serata è eloquente, quanto al contempo enigmatico, il termine Ultimo dei Mohicani era l’appellativo affettuoso che Ennio Melis, il patron e fondatore della RCA italiana amava chiamare il giovane Roberto Kunstler. Racconta il cantautore, “Avevo allora 19 anni e tra il Folk Studio e la RCA che aveva sede sulla Tiburtina, oggi ridotta ad un magazzino, mi rapportavo con personaggi del calibro di Lucio Dalla, Antonello Venditti e De Gregori, che erano molto più grandi ed esperti di me”. Saranno questi, oltre le canzoni e la presentazione dell’ultimo album di Roberto, “Davanti alla fine del mondo”, di cui riportiamo la scheda tecnico artistica nella sezione contributi a piè pagina, i temi conduttori di questo omaggio alla nostra tradizione canora. 

Ennio Melis nel 1984 lascia la RCA ormai in crisi, non volendo ripetere l’operazione dolorosa che lo vide attore agli inizi della sua carriera, dove fu costretto a lasciare a casa circa duecento dipendenti. Un concerto e tante chiacchiere sulla storia della RCA, l’importanza che questa realtà ha avuto in primis nella nostra città, dando lavoro a migliaia di persone. La spinta propulsiva che la musica leggera dagli anni ’50 in poi ha prodotto nella nostra economia è a volte un elemento che si tende a rimuovere, è giusto però ricordare che l’industria discografica, quindi per logico principio l’industria culturale di cui è figlia, è stata per tre e più decenni fonte di guadagni ma anche di redistribuzione di ricchezza. Offrendo poi milioni di posti lavoro, in un paese ferito dal conflitto, non possiamo dimenticare che la canzone ha svolto anche un ruolo didattico, unendo e educando a una lingua comune un paese ancora diviso dai dialetti e con un tasso di analfabetismo altissimo, nonché un effetto lenitivo per i mali oscuri e i momenti bui della nostra storia. 

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Nel Segno del Rock 3

Giovedì 24 giugno, dalle 20:30
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Terzo appuntamento con la “Scuola di Musica Mozart”. 
 
Attraverso la musica cerchiamo di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse.
 
La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente.” Marco Abbondanzieri
 
Non perdete la live sulla nostra pagina FB, vi aspettiamo!

Nel Segno del Rock 3 

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Nel Segno del Rock 2

Sabato 19 giugno, dalle 20:00
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Erano i mitici anni sessanta quando un giovanotto un po’ spiantato girava con una chitarra sulle spalle per New York in compagnia di una bellissima ragazza con i capelli rossi. Erano sempre quegli anni quando un gruppetto di ragazzi inglesi si divertiva nelle cantine con il blues e ascoltava il Rock & Roll americano.
 
A quel tempo tanti giovani pensavano che la musica avrebbe tolto il male dal mondo e che l’amore avrebbe trionfato, come in America anche in Italia e in tutte le parti del globo. Qualcuno di loro si è bruciato come Icaro al sole, qualcuno ha resistito e qualcuno ha scelto di andarsene prima forse per lasciare di se un ricordo indelebile, magari a 27 anni come nel caso di Hendrix, della Joplin, dell’icona dei Doors, quel Morrison scomparso quasi nel nulla, come un fantasma e tanti altri che è impossibile elencare.
 
A noi sono rimaste le loro canzoni, i loro soli di chitarra e i loro volti, sempre più scavati e sempre più seducenti. Ma oggi? Dove sono andati tutti questi angeli e qualcuno di loro anche maledetto. Di sicuro è impossibile ripercorrere quelle strade, come è difficile che qualcuno possa risuonarci un solo alla Hendrix in modo spontaneo e senza l’ausilio di You Tube??? Però è sempre sulla strada o meglio dire è “On the road per citare un grande della letteratura come Jack Keruac e il suo lascito, che succedono le cose migliori.
 
Il territorio Est di Roma ha pullulato di questa forza e da decenni produce risorse artistiche di riguardo. Nei nostri quartieri sono nati e cresciuti musicalmente decine di artisti, solo per ricordarne qualcuno, Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti, Michele Zarrillo, Paolo Carta, Giampiero Artegiani, Enrico Capuano e tantissimi altri che è inutile citare.
 
Ma dove nascono questi talenti, nelle cantine allora, nelle scuole di musica e nelle sale prova oggi. La nostra idea è proprio questa, ricercare questi talenti in casa nostra, nel nostro ambiente familiare, nelle nostre scuole popolari di musica, nei centri di aggregazione culturale e se possibile per strada.
 
Quella strada che ha formato migliaia di giovani musicisti e che oggi sembra morire sopraffatta dalla potenza dei Media. Portare qualcuno di loro, a prescindere dal tipo di genere, in un teatro dove proprio la musica pura non alberga normalmente è una operazione duale e di grosso respiro culturale. Di norma i giovani vedono le strutture teatrali come qualcosa di avulso dal loro mondo, ma al momento del contatto la cosa muta, quella che è indifferenza e a volte vera diffidenza si trasforma in interesse e amore.
 
La sinergia tra queste realtà può dare buoni risultati, il coinvolgimento di pubblico e la ricca tecnica musicale dei gruppi chiamati a tale compito possono e devono essere una occasione d’incontro tra realtà del territorio della periferia sempre più bistrattata e dimenticata, il teatro periferico, le istituzioni e tutte quelle componenti positive e propositive che magari non escono alla luce proprio per mancanza di visibilità, questo progetto vive della collaborazione attiva dagli insegnati e degli operatori della scuola di musica “Mozart” che presta la sua opera nel territorio del VI Municipio dal lontano 1983, struttura che accoglie e raccoglie le esigenze di un territorio periferico a volte di difficile gestione sociale.
 
Motivazione e stesura Integrazione generazionale partecipata, queste sono le parole d’ordine di questa performance aperta a tutti. Spazi come teatri e centri culturali debbono ora più che mai fare da residenza alle esigenze delle nuove generazioni, ma anche a qualche vecchio nostalgico della chitarra Rock, che ultimamente, vista l’emergenza pandemica non ha potuto essere protagonista o semplice spettatore di qual si voglia performance artistico musicale. L’intento è quello di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse. La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente. 
 
 
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Nel Segno del Rock 2 

Avete perso il secondo appuntamento con la scuola di musica “Mozart”?
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