Punto 1
Teatro e laboratori di teatro
Fino a qualche anno fa il teatro nella nostra città era solo per pochi, frase che sembra scontata ma purtroppo vera. Solo l’avvento delle amministrazioni che hanno caratterizzato l’ultimo periodo degli anni ’70 l’agorà periferica diviene una realtà. Complice poi il periodo buio di quegli anni per una nazione e una città spaventata da lotte per la sopravvivenza quotidiana e accadimenti storici che tutti noi ricordiamo, l’avvento delle estati romane e la moltitudine di eventi al proprio interno, risollevarono il morale e le sorti di una città ferita. Il teatro come azione terapeutica, il teatro come condotta per il risveglio della coscienza, il teatro come linguaggio diretto fuori dal web e anche dentro al web, il teatro come “io vedo”. Questi elementi non possono mancare in una struttura come l’Ex Mercato. Difatti non si contano in questo lustro proprio le performance di questo tipo di spettacolo, nomi illustri e personaggi meno noti si sono succeduti sul piccolo palco della struttura.
Teatro civile, di costume, teatro canzone, voci dal profondo e sperimentazione sono stati e saranno il motore di questa nobile arte. Non possono poi mancare corsi e laboratori che hanno lo scopo di avvicinare soprattutto i diffidenti e gli scettici a questa bellissima realtà. Il laboratorio è aperto a tutti coloro che vogliano sperimentare la pratica teatrale e costituisce un primo approccio alla recitazione. Le tecniche di base utilizzate mirano, attraverso il gioco e il divertimento, a sviluppare la creatività e la capacità d’espressione, migliorare l’utilizzo della voce, porre le basi per affrontare il palcoscenico.
Punto 2
Canzone d’autore e rilancio di questa pratica, che ha visto la nostra città come una eccellenza
Una mano bianca e una nera chiuse in una stretta serrata e indissolubile. Questo era il simbolo, oggi diremmo logo, del Folkstudio. Agli inizi degli anni ‘60 un nero e un bianco portarono in cantina quello che a Roma era prassi fare nelle piazze nei raduni estivi. Prima di loro streghe e donne fatali si contendevano il primato in una città col sole da marzo a novembre. Poi sul folk studio c’è una leggenda, una leggenda che racconta di un menestrello proveniente dall’America con il viso pallido, riccioluto e magro come un chiodo che si posò sul trono di Trastevere…Bob Dylan e da li il mito.
Da allora decine sono stati gli artisti che hanno calcato il palco del mitico Folkstudio di Roma, noti meno noti, conosciuti e ricordati come i quattro ragazzi della canzone di Venditti: lo stesso Antonello, il compianto Giorgio Lo Cascio, Francesco de Gregori e Ernesto Bassignano, e altri che fatta una breve apparizione sono caduti nel dimenticatoio. Poi quelli che anche dopo la loro scomparsa continuano a vivere con le loro canzoni, cantautori come Stefano Rosso e Rino Gaetano, solo per citarne due dei più famosi, sono sempre presenti nelle nostre discografie e soprattutto nei ricordi di molti. Nel settembre 2018 all’Ex Mercato di Torrespaccata c’è stata una due giorni dedicata alla musica d’autore ispirata alla figura di Luciano Bianciardi, mentore e “suggeritore” di cantautori come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, una due giorni piena di stimoli e riflessioni su quel fenomeno che ha visto pian piano salire alle vette del successo i “Cantautori” termine questo portato al soglio della cultura le “canzonette” da uno dei padri della nostra musica moderna, Nanni Ricordi, coraggioso e visionario manager. Vocabolo poi trasportato in alto da un altro romano doc Vincenzo Micocci. Si proprio quel Vincenzo che Alberto Fortis voleva ammazzare in una delle sue prime canzoni, insieme a una invettiva crudele contro i romani, di cui Fortis si pentirà, ma che i romani di una certa generazione non hanno ancora dimenticato, le stesse invettive come “Roma ladrona” che fino a qualche anno fa erano di moda e che oggi qualcuno, lo stesso che le ha usate per scalare vette politiche, dice di non aver mai pronunciato, si la memoria certe volte inganna… La canzone romana comunque va avanti, l’esperienza della musica creata nonché compiuta per diletto e magari proposta ad un piccolo pubblico, non nasce però al Folkstudio negli anni 60/70 è più antica. La canzone popolare e gli stornelli del Sor Capanna, al secolo Pietro Capanni ne sono un solido esempio. Poco più tardi la figura di Romolo Balzani che potremmo definire il “Proto Cantautore”, poiché scriveva, suonava, cantava e addirittura produceva i propri dischi e la figura di Ettore Petrolini, trasformista e attore elevano la canzone romana al rango di quella napoletana, tradizionalmente più blasonata, poiché supportata da un impianto compositivo di tutto rispetto. Il nostro intento è di proseguire su questa strada.
Punto 3
Cosplay
Da dove nasce il Fantasy? E una delle sue derivazioni, il Cosplay? Perché l’elemento magico desta da sempre l’interesse dell’uomo? Perché si è guadagnato da tempo il proprio posto all’interno di ogni forma d’arte: letteratura, cinema, arti figurative e non solo? Il bisogno di eroi pervade l’umanità da sempre, le raffigurazione di dei e miti è una pratica ancora in vita ed è fortemente presente soprattutto nei periodi di crisi. Di uomini in maschera e calzamaglia ne è piena la nostra storia reale e soprattutto irreale. Il mitico Robin Hood, che non si cela dietro una maschera, il grande Zorro che spaventa ladri e malfattori di ogni speme, fino a Superman simbolo di salvazione per una America impaurita e soprattutto depauperata di sicurezze materiali e morali, sono i riflessi storici del desiderio di giustizia e di protezione. Questi e tanti altri elementi sono stai al centro di “Calpurnia in Fantasy”, prima edizione di un festival interamente dedicato al genere Fantasy e al Cosplay in ogni sua forma. L’Ex Mercato di Torre Spaccata si è vestito per quella occasione di fate e unicorni, di draghi e cavalieri, di uomini in calzamaglia e guerrieri, per celebrare un genere che, a Roma, non ha ancora trovato occasione e luogo per mostrarsi sottoforma di evento interamente dedicato.Tutti infatti ricorderanno “Il Festival dell’Unicorno” a Vinci che per la sua Winter Edition si sposta a Firenze, ma Roma non è associata a nessun evento di questo tipo, motivo che ci ha reso e rende particolarmente orgogliosi. Come tutte le iniziative che vengono organizzate e realizzate presso l’Ex Mercato, anche “Calpurnia in Fantasy” non si è limitata alla mera esposizione di articoli di vario genere, ma si è posta l’obiettivo di andare oltre un argomento attraente dal punto di vista estetico, aspetto che comunque non viene in nessun modo trascurato, cercando di assegnare sempre e comunque alla parola “CULTURA” il centro di ogni attività in programma.
Punti 4/5/6/7/8
Libri, presentazioni e sostegno della piccola e media editoria
Scambio solidale di beni culturali, come libri e audiovisivi Archivio permanente dell’immagine cinema Archivio di beni sonori, mostra permanente del vinile Fiere del fumetto, del libro, del vinile e delle arti e forme della fotografia e del cinema in pellicola L’amalgama tra parola scritta, cinema e musica non è poi sempre così scontata. A volte questi settori dell’arte sono per scelta dei fruitori e spesso purtroppo degli specialisti del campo mondi lontanissimi. L’idea di mettere a disposizione una spazio o più spazi all’interno dello stesso plesso a mostre o meglio a esposizioni permanenti di dischi in vinile, immagini fotografiche, libri e volumi di generi diversi, dal romanzo alla saggistica al fumetto, è uno dei fulcri di questo progetto. A disposizione degli astanti saranno a disposizione proprio questi beni, che potranno essere consultati, visti e ascoltati da che ne farà richiesta. Al contempo periodicamente verranno allestiti dibattiti, presentazioni di libri, forum sulla musica in vinile e digitale, per tracciare un confine tra le due realtà. Le giovani generazioni a volte sono all’oscuro di quella che è la storia del suono e della musica prodotta su supporti differenti da telefonini e affini. Una cospicua collezione di dischi in vinile, di tutti i formati e specie, dal 16 giri al 78, dal vinile a quello di gommalacca, fino al disco commerciale in cartone e gli introvabili flex disc, prodotto tipico di promozione discografica a bassissimo costo. Il tutto fruibile con un impianto di riproduzione disponibile sul posto. Il cinema e la fotografia artistica, arte legata alla settima arte per naturale convenzione, è già oggetto di mostra e fruibile già all’interno della struttura. L’idea è quella di rendere tutto ciò organico e accessibile da chi ne faccia richiesta. Al contempo si prenderà in considerazione qualsiasi richiesta di spazio per forum sul tema, cinema e immagini. La vicinanza fisica all’università di Roma2 e la facoltà di Lettere e Filosofia fucina di ricercatori e semplici studenti universitari, guidati da docenti d’eccellenza, specializzati in musicologia, storia del cinema e scienze della comunicazione è il valore aggiunto al VI municipio. L’intenzione è quella di far interagire la struttura dell’Ex Mercato con la facoltà, mettendo a disposizione proprio l’archivio sia fotografico, storico, saggistico dell’Ex Mercato. Già in quest’ultimo periodo alcuni docenti hanno partecipato ad eventi e forum, manifestando il proprio interesse a questa condivisione.
A compendio di tutto questo la riproposizione di giornate a tema sulla pellicola. Il Pellicola Day per l’Ex Mercato è ormai una consuetudine, maestri del cinema e della musica da film come Enzo Castellari, Claudio Simoinetti, Marco Werba hanno partecipato a questo ed altri eventi come il Blood Fest, festival del fantastico e dell’horror.
Punti 9/10/11/12
Sinergia composita tra il mondo dell’artigianato e le nuove generazioni
Mercatini dell’artigianato e dell’usato
Corsi e laboratori di artigianato anche creativo
Serigrafia eco compatibile
La storia della nostra città e della nostra nazione è suffragata da una fortissima presenza dell’artigianato. I nostri mastri e maestri nei secoli hanno creato opere d’arte e d’ingegneria che hanno cambiato il mondo e migliorato la vita a milioni di persone. Dalle arti delle costruzioni a quella della manifattura, fino ad arrivare alle invenzioni nate dal genio italico e poi trasformate in bene comune, l’artigianato sta pian piano scomparendo, per lasciare il posto a una forzata industrializzazione. La vecchia e confortante figura del falegname che crea mobili, oggetti e giocattoli da una materia grezza non ha più spazio neanche tra i ricordi. Vengono alla mente i falegnami più famosi, Giuseppe e Geppetto, che anche se distanti tra loro per origine e parvenza, rappresentano comunque un mondo che non c’è più. Le giovani leve se interrogate su questi personaggi difficilmente trovano un nesso tra di loro. Proprio il loro destino di padri putativi di due personaggi che hanno cambiato il corso della storia come il figlio di Giuseppe e l’altro meno influente, si ma tanto importante da essere oggetto di attenzione anche in culture lontane dalla nostra, come dimostra l’affetto per Pinocchio dimostrato dal cinema d’animazione mondiale è la testimonianza dell’importanza che la figura dell’artigiano ha nella nostra storia.
L’industrializzazione selvaggia, la robotica ha eroso posti di lavoro ed energie specificatamente nel mondo giovanile. La facile e ingenua corsa ai beni anche superflui ha generato schiere di operatori seriali di flussi di bite, disconoscendo la radice computistica stessa di telefonini e tablet. A monte di un computer c’è comunque sempre un abaco.
Con questa voce vogliamo poter mettere in campo una progettualità che definisca un avvicinamento delle generazioni degli ultimi vent’anni a quell’oggetto a loro sconosciuto che è l’artigianato. N che modo, nel modo più semplice, quello di collegare l’inventiva agli oggetti e alla materia grezza, così da stimolare non solo una intelligenza artificiale, per citare uno dei nodi focali della discussione sul futuro del genere umano, ma un’intelligenza materiale.
Per rendere tutto ciò veramente attuabile e appetibile si auspicano forme di scambio e compravendita sostenibile con mercatini e piccole fiere, dove non solo l’artigianato ma anche il riciclo e il recupero di materiali destinati a uno smaltimento non gestibile né controllabile possa diventare un punto di forza del progetto e della struttura. Non ultima la lavorazione di tessuti in serigrafia eco sostenibile, eseguita da una macchina completamente costruita e concepita per funzionare senza energia elettrica, attrezzatura già presente e funzionante all’interno dell’Ex Mercato.